Guida mite nella carità, difese l'ortodossia
martedì 9 febbraio 2021
Uomo di dialogo tra Oriente e Occidente, instancabile evangelizzatore, costruttore e restauratore di edifici di culto, come si legge in un testo anonimo del IX secolo, «pastore mite e largo nella carità». È questo il profilo di san Sabino di Canosa, vescovo della città pugliese tra il 514 e il 566, co-patrono di Bari e di altre città dell'Italia del Sud. Nato forse nel 461, era amico di san Benedetto da Norcia, che incontrava con una certa periodicità a Montecassino, come racconta papa san Gregorio Magno nei suoi «Dialoghi». Sabino fu uno strenuo difensore dell'ortodossia: dopo aver partecipato al Sinodo Romano del 531, venne inviato da papa Agapito a Costantinopoli nel 535 alla guida di una commissione di vescovi per dibattere e condannare il monofisismo, eresia sostenuta dal patriarca Antimo. Quest'ultimo venne definitivamente condannato dal Sinodo convocato dal nuovo patriarca Mena, affiancato proprio da Sabino.
Altri santi. Sant'Apollonia, vergine e martire (III sec.); san Marone, eremita (IV-V sec.).
Letture. Romano. Gen 1,20-2,4; Sal 8; Mc 7,1-13.
Ambrosiano. Sap 11,24-12,8a.9a.10-11a.19; Sal 61 (62); Mc 10,46b-52.
Bizantino. Giud 1,1-10; Lc 22,39-43.45-71;23,1.
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