giovedì 27 ottobre 2016
Titolone per Carlo Rovelli sul "Corsera" (22/10, p. 26): «La battaglia difficile tra ragione e fanatismo». Leggi e trovi una vittoria totale del fanatismo, ove Rovelli presenta "Lo Studente" film di un regista russo che da noi però esce con un titolo singolare, "Parola di Dio", e lo esalta come un «Racconto universale». In sostanza per lui è la denuncia che la religione - senza eccezione alcuna - è solo «fanatismo», «follia», «violenza», frustrazione sessuale, delirio di morte e di terrore.
Al centro, ovvio, «razzismo», «stupidità» e «ipocrisia del potere ecclesiastico». Rovelli prima ricorda che il regista è russo e lamenta il fatto che oggi Putin «si serve della religione ortodossa», poi pensa a noi in Italia, così: «Siamo nel mondo dove il Vaticano aggredisce la libertà di insegnamento nella scuole» e cerca «di non permettere che i giovani imparino a scuola le scoperte di Darwin e colleghi», e dove «ci identifichiamo nuovamente per religioni, come nei periodi più torvi del passato». Segue l'invito appassionato: «Andate a vedere questo film»! E qui arriva un motivo in più: esso è girato a Kaliningrad, «città russa» che un tempo era prussiana col nome di Königsberg, e cioè proprio «il luogo dove Immanuel Kant è nato, è vissuto ed è sepolto».
Con lui «la Ragione» ha trovato «una delle vette più celebrate e belle». Entusiasta Rovelli, cui però non viene neppure in mente di ricordare che il nome della città è dovuto a Michail Ivanovi? Kalinin, capo dello Stato sovietico dal 1919 al 1946, chiamato «caro Nonno» Kalinin accanto al «caro Padre» Stalin, partecipe di tutte le vicende di quei decenni. Morì il 3 giugno del '46, Kalinin, con grandi funerali di stato. Rovelli forse non ha saputo che per sette decenni da quelle parti il «fanatismo» antireligioso fece milioni di vittime: informatelo, per favore!
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