domenica 9 aprile 2006
«Una lezione di Lutero per Mastella». Ieri sul "Riformista" - ma non è la sola nota stonata - fondo di Biagio De Giovanni, recente rifugiato nella Rosa nel Pugno. L'intellettuale ha preso partito, e poi straparla "per partito preso". Rimprovera Mastella che ha osato criticare la RnP per eccesso di foga antireligiosa e, modesto, sceglie un brano di Martin Lutero come "maestro di laicità". Eccolo: non è compito del teologo, e quindi della religione, giudicare le leggi civili. Sì, la religione dice "non rubare", ma poi è la legge che dice "quand'è che si ha un furto". "Io insegno - continua Lutero - che dobbiamo conformarci alle leggi, quali siano poi quelle leggi e di che genere, questo non so e non voglio saperlo, perché non è mio compito". De Giovanni entusiasta: "Non c'è niente da toccare e niente da aggiungere nella perfetta espressione di quel pensiero". Tu leggi, sai che Lutero fu davvero un grande, anche se a modo suo, e che il cardinale Willebrands lo indicò una volta anche come "maestro comune" dei credenti, ma conosci la storia - dovrebbe conoscerla anche De Giovanni? - e ricordi che con questo principio che assolutizza la legge dello Stato e la mette al riparo da ogni critica, Lutero fu anche complice delle stragi dei contadini che resistevano a leggi ingiuste. Di più: proprio con l'obbedienza totale alle leggi dello Stato, da prendere comunque come sono, Hitler arrivò poi alle leggi razziali e alla Shoà. La lezione? "Tutto dallo Stato, tutto nello Stato, nulla senza lo Stato, nulla sopra lo Stato"! Firmato Hitler, Mussolini, Stalin e"De Giovanni. Per "partito preso" nella Rosa nel pugno: con spine"uncinate.
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