mercoledì 11 marzo 2020
Le edizioni locali dei giornali mostrano i portoni chiusi dei ristoranti più famosi: “Per ferie” c’è scritto, e la riapertura coincide per tutti con il 3 aprile. Che succederà da qui a quella data non ci è dato di sapere e, purtroppo, neanche di immaginare; ma certo è che dentro a queste ferie forzate c’è un limite di resistenza oltre il quale molte attività, soprattutto di giovani che avevano un futuro, rischiano di saltare. In crisi sono finiti anche i rider, perché la gente non apre più la porta di casa e men che meno si fida di ciò che arriva da fuori. Però si fida dei pacchi a domicilio della grande distribuzione, che avrebbe triplicato le consegne, mentre i ristoranti che non vogliono gettar la spugna hanno inventato la vendita dei piatti take away entro le 18. Sarà un caso, ma l’inizio di queste restrizioni cui tutti siamo sottoposti coincide con la Quaresima... e l’attesa della Pasqua assume un significato di purificazione generale. In ogni caso, per credenti e no, l’evidenza di una situazione dove è impossibile dominare gli eventi è palese. Tuttavia questo tempo ha dalla sua tanti aspetti di purificazione, per esempio nei rapporti quotidiani coi propri famigliari. E si è insieme a vivere l’avvicendarsi degli eventi, scoprendo che la solidarietà non viaggia su smartphone e social, ma chiede gesti, per esempio di prevenzione per se stessi e gli altri oppure di attenzione ai più deboli, come accade in alcuni condomini di città dove i più giovani si mettono a disposizione per fare la spesa agli anziani. Ma c’è un altro aspetto che stiamo riscoprendo: la tavola, il ritorno al rispetto degli orari, la non scontatezza di un piatto cucinato o di un prodotto di stagione. Ed era tanto tempo, nella frenesia della nostra vita, che non ci si accorgeva di questo. Sabato scorso è salita in cielo Martina Consolaro, meglio conosciuta come suor Germana, autrice di best seller dedicati al cibo che diventa legante familiare e modo per comunicare. La intervistai nel 1994 e le sue parole appaiono quanto mai attuali oggi: «La casa deve diventare un luogo dove si torna volentieri. In cucina occorre starci con gioia, partendo da piatti semplici, poi per amore si impara a essere creativi. In più ci si regala del tempo per stare insieme. Per questo consiglio l’utilizzo dei prodotti tipici “locali” e “stagionali”: fanno capire meglio il progetto di Dio sul mondo».
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