domenica 5 gennaio 2003
Vecchi vizi, nuovi dubbi. "L'Unità"(28/12), titolone a tutta pagina, grida scandalo: "Prima la religione cattolica, poi l'italiano"Ecco i piani di studio secondo la Moratti". Inizio del pezzo di Maria Grazia Gerina: "Prima viene la Religione cattolica. Così è scritto tra le righe". E nel sommario: "Nell'elenco non viene specificato a chiare lettere, ma la dottrina (sic! Ndr) è sempre al primo posto". Insomma: annuncio strillo ("Prima la religione""), disannuncio a mezza voce ("Così è scritto tra le righe""), disannuncio pieno ("Nell'elenco non viene specificato a chiare lettere"). Per chiudere bestialità clamorosa, "la dottrina", che la dice lunga su cultura, conoscenza di leggi e storia della scuola. Su l'"Unità" - buon segno - riemerge la memoria antireligiosa, che viene più da Lenin che da Togliatti, più da Suslov che da Gramsci, più dal primo Mussolini che da Berlinguer. Peripezie di un quotidiano"Nel pezzo un concentrato di malintesi e dicerie, tra anticlericalismo vecchia maniera
e bigottismo ateo/anarchico da movimento '68/'77, e indignazione esplicita perché sta scritto nei programmi che "i genitori" debbono scegliere l'indirizzo dei "figli" alla fine della terza media. A 13 anni si vuole che i "ragazzi" scelgano da soli! E al dubbio? Ci pensa, stesso giorno, "Il Manifesto". Fondo di Marco D'Eramo indignato per i tentativi di clonazione umana. Così: "Che facciamo, i malriusciti li buttiamo nel cesso e tiriamo lo sciacquone?" Bella domanda! Ma non è quello che fa l'aborto, spesso anche con i "benriusciti"? Pensiamoci su"
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