giovedì 17 dicembre 2020
Sul “Domani” di ieri leggo sull'intera pagina 13 – titolo «Nell'arte della sopravvivenza le piante sono migliori di noi» – che per il biologo Stefano Mancuso non ha alcun «fondamento scientifico» l'idea di una «speciale situazione dell'uomo» che lo collochi su un piano di vera diversità nei confronti di tutte le altre creature esistenti. Che dire? Che se per sopravvivenza si intende la durata in vita la cosa è certissima. Se invece fosse l'affermazione che pare dimenticare tutto ciò che nel corso dei secoli il pensiero umano ha prodotto e continua a produrre... allora un sorriso e via. Il sorriso perché pensi che ogni persona ha in sé almeno due piante: ai suoi piedi! Altro? Ancora, ma per sorridere ritrovo (“La Stampa”, 27/11, pp. I – II) a proposito di uno studio sul Covid-19 questo titolo: «Chimici e scienziati il super piano Ue per salvare l'olfatto». Si annuncia che «È nata Odeuropa», che «ha l'obiettivo di catalogare gli odori». C'era infatti il timore che il Covid «si faceva strada nel cervello attraverso il naso, dove avrebbe potuto causare danni gravi e duraturi». L'olfatto? Pensieri recenti: ancora 27/11 nell'inserto del “Corsera” Elena Papa tra i «Pregiudizi in materia» ricorda che per «l'antropologa Le Gueren il razzismo inizia dal naso». Altro? Sì, tema caro e ricorrente: Nel Cantico dei Cantici, «Attirami! Noi correremo sulle tracce del tuo Profumo» (Ct. 1, 4). Era l'invocazione a Gesù preferita di Teresa di Lisieux. E papa Francesco ha spesso parlato dell'«odore delle pecore» come segno della somiglianza dovuta al modello del Buon Pastore. Ultima: da sempre per le Cause dei Santi – auguri al nuovo Prefetto – si parla di “odore di santità”! Ultima: tra il serio e l'umoristico: di recente sul “Fatto” sulla possibile futura beatificazione dell'ultimo Re di Napoli, passato alla storia, tra carezza e sorriso, con il nome di «Franceschiello».
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