Ricciardi e Napoli, un noir d'ambiente
mercoledì 27 gennaio 2021
Napoli e Maurizio de Giovanni. Ci risiamo, potrebbe pensare qualcuno. In effetti, come sottolineato di recente a proposito di Mina Settembre, ai racconti dello scrittore napoletano ambientati nella città partenopea si rifanno tre serie televisive di Rai 1: Mina Settembre, appunto; I bastardi di Pizzofalcone, di cui è in arrivo la terza stagione; e, da lunedì scorso in prima serata, Il commissario Ricciardi, con Lino Guanciale protagonista e la regia di Alessandro D'Alatri, che ha diretto anche I bastardi di Pizzofalcone 2. Ma con Luigi Alfredo Ricciardi, giovane e integerrimo commissario della Regia Questura del capoluogo campano, si abbandona l'attualità e si torna indietro nel tempo, agli anni Trenta del secolo scorso, in pieno fascismo, e Napoli, nonostante le ben note contraddizioni, non è più da cartolina, bensì una città grigia, umida e addirittura nebbiosa. Anche la storia non è più lineare e realistica. Entrano in scena persino i fantasmi, quelli delle vittime di morte violenta che svelano al commissario, in modo ripetitivo e ossessionante, l'ultima frase detta o pensata prima di essere uccisi. È questa, infatti, la dote paranormale che, insieme al grande intuito e alla capacità di memorizzare il più piccolo dettaglio, permette a Ricciardi di individuare i colpevoli oltre ogni logica apparenza. Anche se poi, per comprensione umana (verrebbe quasi da dire per carità cristiana), decide di fare giustizia a modo suo e non secondo le evidenze del caso. Questo perché lui stesso, come recita il titolo del primo episodio, ha «il senso del dolore». Ricciardi, infatti, è un bel tenebroso, introverso e solitario, triste e terribilmente timido nonostante l'improbabile ricciolo tirabaci. Insomma, se non fosse per l'impermeabile (il trench per dirla con il termine dell'epoca) e il rammentato intuito, Ricciardi sarebbe davvero un poliziotto totalmente fuori dalla norma, così come lo è per Rai 1 questa fiction scritta dallo stesso Maurizio de Giovanni con Salvatore Basile, Viola Rispoli e Doriana Leondeff, ovvero un prodotto insolito, dall'andamento lento, con una forte contaminazione di generi (poliziesco, giallo e melodramma) e una meticolosa ricostruzione di ambienti e atmosfere.
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