domenica 17 settembre 2023
Aspettando Godot, un capolavoro di Samuel Beckett, uno dei massimi autori di teatro, non solo del Novecento. Vladimiro ed Estragone, incespicano, vedono un alberello rifiorire inutilmente, attendono. Chi? Godot, il cui nome genialmente evocativo e misterioso pare proprio una sintesi tra God, Dio, e Charlot, la nuova maschera inventata dal cinema con Charlie Chaplin. Lucky barcolla, cade ripercorrendo sempre lo stesso frammento di spazio. Pozzo diviene cieco e perde anche lui l’equilibrio. Vladimiro ed Estragone, i due protagonisti, fermi sempre sullo stesso spazio di terra, vedono tutto questo e aspettano: sanno che Godot non si raggiunge ma si attende, restando fissi nella propria origine, anche se questa acceca e dispera. C’è qui e in tutta la scena di Beckett una ferma, tragica resistenza al nulla. I due vedono l’albero rifiorire, quello stesso albero a cui volevano impiccarsi. Ma non si sono impiccati, e l’albero rifiorisce. Beckett esclusivamente, assolutamente nichilista e celebrante dell’insensatezza del mondo è un luogo comune che deriva da una lettura superficiale della sua opera. Tutte le sue pièces sono tramate di fili metafisici, necessità dell’infinito, memoria di un’età felice. Esiste il Nulla. Beckett non lo celebra, vi resiste. © riproduzione riservata
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