giovedì 27 febbraio 2014
Una carezza è sicuramente meglio di un pugno, eppure da un po' di tempo a questa parte l'italiano, in età compresa tra i 25 e i 50 anni, non disdegna l'iscrizione alla palestra di pugilato. Aspiranti “Rocky della domenica”, anzi della pausa lavoro, stanno affollando vecchie cantine di periferia, ma anche strutture moderne e attrezzate come il casertano “Tatanka Club” di imminente apertura (domenica) del campione olimpico e mondiale dei pesi massimi Clemente Russo. Un fenomeno che va in senso inverso, da Sud a Nord, quello del proliferare delle palestre pugilistiche in cui si va per smaltire meglio la pancetta dell'impiegato sedentario, per tonificare i muscoli da esibire, ma anche per temprare la mente. Gli allenatori infatti garantiscono ai nuovi adepti una «preparazione psicofisica completa» e una «filosofia di vita». Il tutto, a costi addirittura più vantaggiosi rispetto alle più comuni palestre del fitness, dotate di sale confortevoli, piscina e annessa sauna. Il modello della palestra di pugilato è molto più spartano e in tempi di crisi economica forse il più consono alle esigenze popolari anche in una capitale finanziaria come Milano dove negli ultimi mesi si è registrata la cifra record di 700 nuovi tesserati. La maggior parte di questi appassionati della “nobile arte” ha la tessera solo per allenarsi, perché di combattere dei match veri non se ne parla proprio. Del resto, del pugilato i media ne parlano sempre di meno e la fuga degli sponsor da bordo ring è cominciata da un pezzo. Perciò dopo un'ora di pugni sudando al sacco, meglio tornarsene a casa a cercare una carezza.
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