sabato 28 ottobre 2023
Dati alla mano, l’Istat ci fa sapere che siamo sempre più poveri, ma non per tutti i quotidiani è bene che gli italiani lo sappiano. “Avvenire” (da qui in poi le citazioni sono del 26/10) assegna alla notizia l’apertura di prima pagina («Poveri si nasce e si diventa»). “Repubblica” un richiamo in prima: «Poveri assoluti, crescita record. Sono 5,6 milioni», due pagine interne e commenti. “Stampa” un’intera pagina interna, «Mai così poveri», e un commento di Chiara Saraceno, richiamato in prima, con un titolo quasi uguale: «I nostri bambini mai così poveri», in cui si dimostra che la povertà aumenta con il numero di figli. È il tema anche del commento di Linda Laura Sabbadini sulla “Stampa”: «Sempre più poveri, sempre meno tutele». Per il “Corriere” niente prima ma un taglio alto nelle pagine di Economia. Pagina interna anche per il “Fatto” che evoca il Reddito di cittadinanza: «Povere 2,2 milioni di famiglie: senza il Rdc sono 3 milioni». I servizi non mancano di sottolineare come una concausa decisiva per l’incremento della povertà sia l’inflazione, e due quotidiani lo rimarcano nei titoli: “Messaggero” («Effetto inflazione sulle famiglie») e “Quotidiano nazionale” («Gli italiani strozzati dall’inflazione»). Singolare eccezione a sinistra è “Domani”, che ignora l’Istat. E i quotidiani più dichiaratamente schierati a destra e vicini al governo? Nulla, il Rapporto Istat non esiste. Niente “Giornale”, niente “Libero”, mentre il “Tempo”, a pagina 9, dedica spazio al Reddito di cittadinanza. Il giorno dopo (27/10) “Repubblica” torna su quella che per lei è una conseguenza dell’impoverimento: «Il calo senza fine delle nascite. “Troppo poveri per fare figli”». E Isaia Sales – titolo: «Diseguaglianze. L’Italia da ricucire» – scava alle radici del malessere: «Colmare le distanze, ridurre le disparità, ricucire le fratture vuol dire allargare i polmoni della nostra economia». Fino alla magnifica utopia, realizzabile se volessimo, irrealizzabile finché nessuno davvero vorrà: «Con il Meridione sviluppato ai livelli di alcune aree del Nord la nostra diventerebbe la prima economia in Europa». Utopie, speranze. Sabbadini (“Stampa”) termina il suo intervento citando Nelson Mandela: «“Sconfiggere la povertà non è un atto di carità, è un atto di giustizia”. Dovremmo ricordarcelo tutti». © riproduzione riservata
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