Rai 1 fa risplendere il sorriso di don Puglisi
mercoledì 31 maggio 2023
È una ricostruzione sobria, senza enfasi, quella proposta da Matteo Billi (autore) e Simone Manetti (regista) con il documentario Me l’aspettavo dedicato (lunedì in seconda serata su Rai 1) a don Pino Puglisi e soprattutto al suo sorriso. Nessun intento agiografico, solo cronaca e rilettura a distanza di trent’anni di un omicidio annunciato, ma soprattutto di un’eredità evangelica lasciata ai continuatori di un’opera nata e cresciuta intorno al Centro di accoglienza Padre Nostro nel cuore del Brancaccio, alla periferia di Palermo, dove don Puglisi era nato il 15 settembre 1937 ed è morto il giorno del suo compleanno, a soli 56 anni, nel 1993 per mano di due killer di Cosa Nostra, Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza, al soldo dei boss del quartiere, i fratelli Graviano. Impressionante l’audio originale della deposizione di Grigoli al processo: «Io ci sparai alla nuca». Doveva sembrare una rapina e per questo Spatuzza un istante prima si avvicinò alle spalle di Puglisi: «Padre, questa è una rapina». Al che don Pino si girò sorridente: «Me l’aspettavo». Persino l’assassino (oggi collaboratore di giustizia) rimase colpito da quel sorriso e dalla risposta. Il piccolo prete siciliano, che aveva sfidato la mafia per salvare dalla criminalità la gente e soprattutto i ragazzi del quartiere, era dunque pronto al martirio (riconosciuto ufficialmente con la beatificazione nel 2013). Non a caso a un certo punto il documentario alterna immagini di don Pino con quelle di un Cristo crocifisso, così come alla fine alterna quelle della visita di Papa Francesco al Brancaccio con l’elenco delle opere portate avanti dal Centro Padre Nostro dopo la morte del suo fondatore. Interessanti tutte le testimonianze, dal vescovo Mogavero all’arcivescovo Lorefice, commovente quella di suor Carolina, stretta collaboratrice di quell’autentico profeta che fu don Pino Puglisi. © riproduzione riservata
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