martedì 14 gennaio 2020
Capita nella vita, e anche in pagina, di incontrare qualcuno che – come si dice – "ragiona con i piedi". Per il Gabrielli vuol dire che "non ragiona con coerenza": una varietà assortita anche nel male. Per esempio sul "Fatto" (11/1, p. 24: "Il peggio della diretta") leggo che nel film "The New Pope" il personaggio principale è «votato all'estremo sacrificio di rinunciare alle sue giacche aragosta per calzare (sic!) la tiara» Beh! La tiara «calzata» è davvero un unico: piedi proprio al posto della testa, tra spigliatezza disinvolta e presunzione dilettantesca "calzata" in pagina! Unicum?
No, con bis nel genere, l'accusa che su "Avvenire" ieri mattina non risultasse la pubblicazione di una notizia clamorosa che invece era in tutti gli altri giornali... Si parlava di un volume che sarà pubblicato in Francia, ancora in relazione a Papato e Santa Sede. Accusa senza capo né coda per la semplice ragione che ieri questo giornale, come ogni lunedì, non era in edicola! E qui si dimostra che spesso disinvoltura e malafede vanno ben oltre... i piedi.
Sempre in tema di idee bislacche su "Tempi" in edicola (10/1) leggo uno strano interrogativo: «Il Papa condannerà il comunismo come fece Pio XI col fascismo?» Lo scritto si riferisce ai rapporti attuali tra la Santa Sede e la realtà della Cina. Evidente allusione alla recente intesa tra Vaticano e Repubblica popolare cinese, che sarebbe "il comunismo" attuale. Anche qui evidente qualche scambio tra testa e piedi. Pio XI "condannò" il fascismo, anche se con l'Italia aveva stipulato parecchi anni prima il Concordato firmato dal suo Segretario di Stato e dal capo del fascismo e del Governo. Potremmo oggi rimproverare, qui, la Santa Sede per il contatto con la Cina, rinfacciando a Pio XI l'atto dell'11 febbraio 1929? Succede, sì, che in mancanza di argomenti talora i piedi prendono il posto riservato al cervello: non è una bella lettura.
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