giovedì 28 settembre 2023
Divisi su tutto. Su Napolitano. Su Russia e Ucraina. Sul Covid e il vaccino. Sui migranti. Sul Ponte sullo Stretto. Gli italiani, e con loro i quotidiani, sono divisi davvero su tutto. O quasi. Due giorni fa (26/9) ci siamo scoperti unanimi nel prendere le difese di un connazionale, Reinhold Messner, e pazienza se l’italiano non è la sua lingua madre. «Il Guinness toglie il record a Messner. Non avrebbe conquistato tutti i 14 ottomila. “Sull’Annapurna si fermò a 5 metri dalla vetta”» è il titolo del “Corriere” al servizio di Stefano Pancini e Silvia Sanette. Il campione replica: «Una stupidata» ed è difficile dargli torto, perché l’Annapurna – come viene spiegato in tutti i servizi – non ha vera cima ma una cresta e basta una nevicata perché il punto più alto cambi. Messner viene intervistato da Enrico Martinetti sulla “Stampa” e da Maurizio Crosetti sulla “Repubblica”. Con Alessandro Fulloni il “Corriere” sente Simone Moro, celebre alpinista, che definisce Messner «una leggenda come Maradona, inutile provare a infangarlo: è un gigante che sopravvive a ogni bassezza umana». Drastico anche sul tentativo di “cancellare” Messner: «Una boiata pazzesca». Si schiera con Messner anche il Giornale con l’articolo di Lucia Galli ma, se ancora avessimo dei dubbi sull’unanimità, ecco su “Libero” il corrosivo Filippo Facci, uno che non si accoda mai a nessuno. Chiarissimo fin dal titolo del richiamo in prima pagina: «Follia da Guinness. Via il record: l’oltraggio a Messner». Oltraggio in prima e fesseria a pagina 19, titolo: «È una fesseria da record». Non risparmia sostantivi e aggettivi, Facci: «Scemenza... Ridicolo». E spiega, in un’intera pagina, l’assurdità dell’operazione. Cita il Monte Bianco che conosce: «Non c’è una vetta vera e propria: c’è una calotta sommitale lunga decine di metri, e stabilire dove sia il punto più elevato è piuttosto arduo, tanto che ciascuno pianta la piccozza vittoriosa dove vuole». Enumera e celebra le imprese del mito altoatesino, Facci, con sincero entusiasmo. Possibile che sia così buono? Bisogna arrivare proprio alla fine per ritrovare il pungiglione di Facci: «Ma è del 1989 la sua impresa più incredibile, eroica, inumana (...): si candidò con i Verdi al Parlamento europeo. Poi diede una breve occhiata, e scese subito». Tiè, béccati questa. © riproduzione riservata
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