sabato 9 luglio 2011
«Instauratio magna…»! Bacone voleva rifondare tutto il pensiero umano. Così l'altro ieri sul "Fatto" (p. 1: «Questione morale addio») Flores d'Arcais rievocava Enrico Berlinguer con toni di esclusivo erede della soluzione. Tema attuale per mille motivi. Ieri lì e altrove molte repliche anche motivate ed efficaci sul Berlinguer reale. Con un ma… Sarà un pallino personale di Malpelo, ma come mai nessuno ricorda che nei confronti del mondo cattolico Berlinguer fu il solo a tentare un'aperta operazione di chiarimento ideale formulando un progetto – ora diremmo di «laicità inclusiva» – che allora e negli anni seguenti portò a un successo non solo di immagine, ma di consenso popolare mai più raggiunto? Flores si appropria della «questione morale», ma la sua totale e provata incapacità di rispettare la coscienza di tutti, religiosa o meno che sia, rende lui e tanti come lui solo dei capipopolo senza popolo. Laicità vera è rispetto dei confini, propri e altrui, e non auto-proclamazione a giudice di tutto e su tutto, un vizio dei laicisti alla Flores, alla Zagrebelski, e purtroppo alla Rodotà. Lo vediamo sul tema delicatissimo del morire umano. E purtroppo si aggiunge (ieri: "Manifesto", p. 3) qualche voce detta "cattolica" che per esempio afferma che sul tema la Chiesa italiana contraddice quella tedesca. Un falso! Solo la strumentalizzazione del dramma di chi soffre e strane sentenze sbrigative, ma con pretesa di legge, costringono oggi a legiferare dove a lungo, sotto il cielo di un ordinamento orientato al "favor vitae", aveva sempre avuto spazio benefico la giusta alleanza di malati, famiglie e medici responsabili.
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