sabato 12 ottobre 2013
In pagina ossessioni apparentemente opposte. Sul "Foglio" c'è quella di un gruppo di autoproclamati inquisitori del Papa decisi a dichiararlo, pensate un po', «eretico»! Ieri, una serie sterminata di accuse – due pezzi a p. 1 e due a p. 4 – con l'aggiunta di un breve sermoncino che per salvarsi l'anima (si fa per dire) ammonisce sul rischio di uno «scisma». Già troppo prenderne nota, forse: la superficialità storica e gli equivoci teologici spinti al massimo della (voluta) incomprensione sono anche palesi. Opposta, invece, l'ossessione ricorrente del solito Augias. Ieri ("Repubblica", p. 36: «La sfida tra angeli e evoluzionismo») pubblica una lettera piena di meschinità sul tema di Chiesa, fede ed evoluzionismo e la commenta altezzosamente dall'alto della specifica incompetenza dichiarata: «Ho un po' perso di vista l'evoluzione della dottrina della Chiesa sull'evoluzione»! Ma poi aggiunge: «Solo alcuni refrattari alla luce della ragione continuano a pensare che Adamo ed Eva abitavano davvero in un giardino pieno di mele e di serpenti». È allegro, il nostro: sorride sul fatto che noi cattolici, «refrattari» per eccellenza, saremmo «ad una versione moderata del disegno intelligente»: cose puerili. E già: vuol apparire sempre rispettoso, lui, e lo sbandiera dopo ogni irrisione. Di recente per esempio si è mostrato offeso per il modo con cui qui su "Avvenire" è stato recensito per il suo libro – con complice un po' illustre un po' ingenuo – su Maria, quella «ragazza di Nazaret». In realtà la sua ossessione è reale, e talora gli è anche sfuggita esplicita. Per esempio ("Repubblica", 23/1/2011, p. 26: «Un antidoto alle superstizioni») fece sua questa affermazione: «La religione ebraica, come tutte le altre religioni è un'incarnazione delle più infantili superstizioni». Vera ossessione! Davvero strano che paia offendersi se uno gli dice che questo non è "dialogo", ma disprezzo…
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