giovedì 10 febbraio 2011
Pietà! Ieri "Corsera" (p. 1) il pur apprezzabile fondo sul fine vita fraintende alcune parole di Giovanni Paolo II, detto anche autore dell'"Humanae Vitae", che è di Paolo VI. Veniale" Pesante invece martedì ("Repubblica", p. 56/57: «Riscoprire l'etica») l'intervista a Giorgio Agamben, «filosofo italiano di fama internazionale» sicuro che la fede cristiana ha essenzialmente «carattere assertivo», freddo e impersonale di «verità oggettiva» e perciò lascia il credente «indifferente all'esito» dell'affermazione. Perciò Agamben ricorda l'«intuizione» di Michel Foucault sulla «veridizione», ove chi «pronuncia una parola si mette in gioco in ciò che dice». Proprio qui " continua " «andrebbe ricercato il senso profondo del credere». Insomma: per lui la fede cristiana, bloccata sulla fredda alternativa «vero/falso», spegne lo slancio dell'implicazione vitale della persona: solo intellettuale, lontana dai sentimenti vivi, arriva all'affermazione fredda e astratta del dogma nel suo «Credo quia absurdum», che Agamben cita esplicitamente! Quindi per lui la fede cristiana va superata con una nuova «etica» tutta laica! Che dire? A parte la solita falsa citazione sull'absurdum, in sostanza che Agamben " pur richiamando un testo di san Paolo che gli imporrebbe di verificare tutto il discorso " sembra ignorare del tutto sia il senso della fede biblica che la storia della teologia. Nella Bibbia ebraica la "fede" è espressa con due verbi, batàh e amàn, indicanti sia la certezza della realtà obiettiva che lo slancio della fiducia che «si mette in gioco». Qui tra l'altro si colloca la disputa millenaria tra visione agostiniana e tomista all'origine della Riforma protestante. Cose elementari! Per caso ho tra le mani una rivista con nome singolare, "La santa crociata di san Giuseppe", mensile popolarissimo edito dai Guanelliani. Sul numero di febbraio (pp. 7/9) un titolo: «Credere: solidità di Dio, slancio di vita in Lui». Proprio tutto! Amici "laici", abbiate pieta"di voi stessi.
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