mercoledì 22 maggio 2013
«Ragazza!» la chiama con voce impastata, appena si spegne l'applauso lento e greve dei suoi ospiti. Salomé freme al centro della stanza, cerbiatto nero. L'oro dei monili trema sui fianchi snelli per il suo respiro eccitato.Tiene gli occhi sul Tetrarca. Sa di vincere. Lui cerca le parole.«In premio alla tua danza di grande bellezza, potrai chiedere quello che vuoi». Poi dopo un attimo tenuto in sospeso per fare effetto sui suoi ospiti e su di lei, prosegue «Fosse pure la metà del regno».Pronuncia queste parole fissando le pupille nerissime di lei, ardenti sotto la fronte dove tremano i riccioli scuri.I commensali alzano grida e bicchieri. E ridono. Sanno bene cosa significa quella promessa. Lei fissa un istante lo sguardo liquido e luminoso di Erode. Si stanno intendendo. Ma lei vuole vincere fino in fondo. Fa un segno, gentile quasi un inchino, chiede di attendere un istante. E svanisce nella stanza di là dove la madre è con le ospiti, le consorti dei commensali e altre della corte. Erode si irrigidisce. Il suo sorriso ebbro si spegne. Nulla è più temibile che l'alleanza di due donne contro un uomo. Ma quando Salomè torna, ha ripreso la maschera del sovrano bonario. «Dunque, mia giovane danzante?».
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