giovedì 5 luglio 2012
Ieri, Radiotre Rassegna stampa: Norma Rangeri, che dirige un giornale – diciamo – in difficoltà per tante ragioni, spiega tutti i guai italiani con la presenza di Vaticano e Cei che paralizzano l'Italia a differenza di quanto accade in altre nazioni ove l'atteggiamento della Chiesa sarebbe del tutto «diverso». Mantra perenne! Eppure proprio domenica il solito Marco Ventura ("Corsera", 1/7, p. 30) titolava su «L'attacco dei vescovi americani contro la sanità di Barack Obama». A parte il fatto che è «dissenso» manifestato, e non «attacco» – ma il cliché scatta appena a parlare è un uomo di Chiesa – e poi che non è «contro la sanità di Obama», ma tocca solo alcuni punti specifici, va annotato che questi – guarda caso: e Norma Rangeri si informi! – sono proprio quelli sui quali «Vaticano e Cei» insistono anche in Italia. E allora? Allora, cara Norma, caro Ventura e cari tanti che piangete lacrime invano autoconsolatorie – uno spettacolo di retroguardia degno di una sconfitta per 4 a zero prolungata per 60 anni – forse la vera differenza che eventualmente può esserci, tra l'Italia e tanti Paesi del mondo da voi sognati, è che in realtà da noi – più o meno sempre, e le eccezioni confermano la regola – la voce della Chiesa, Papa e vescovi, è ancora ascoltata dalla gente, da tanta gente, ben più di quella che in realtà ascolta voi: ultima (con)fermata, Milano! E allora? Allora, poiché è chiarissimo che anche altrove la Chiesa dice le stesse cose che da noi, la vostra soluzione sarebbe che questa Chiesa tacesse. Nostalgie di una «Chiesa del silenzio»? Vero che proprio ieri ho letto da qualche parte della «rinascita di Marx» che «aveva capito tutto», ma suvvia: in questo abbiamo già dato!
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