Quanti libri «mattoni» scritti da autori che si credono dei geni della letteratura
sabato 25 settembre 2010
Il termine "mattone" per indicare romanzi inutilmente ingombranti, indigesti, che ci pesano addosso con la loro candida o furba supponenza, è un termine che rischia l'inflazione. L'editoria produce sempre più mattoni e incoraggia gli autori di mattoni. La metafora sta perdendo originalità. Chi entra nelle librerie si imbatte subito in uno o più muri messi insieme con libri-mattone, o mattoni in veste di libri, che verranno comprati da una quantità di poveri lettori in cerca di certezze e che saranno letti fino in fondo solo da pochi autolesionisti.
Sembra che si sia diffuso il panico per il libro inferiore alle duecento pagine; si ha paura che qualcuno potrebbe definirlo "libretto", con un diminutivo dispregiativo. Se almeno per scrivere il loro mattone gli autori impiegassero diversi anni sarebbe già qualcosa. Ma il mattone è generalmente un frutto della fretta, è così lungo e greve perché l'autore non si è preso il tempo di tagliarlo, cioè di migliorarlo.
Ma c'è qualcos'altro. Il culto del mattone dipende anche da megalomania culturale. Una sera, per caso, mi sono trovato a cena con uno scrittore notevole, purtroppo divenuto noto per la sua presunzione. A un certo punto, non ricordo perché, ho nominato Graham Greene come esempio dell'ottimo artigianato narrativo degli inglesi: al che lo scrittore italiano ha prontamente dichiarato che Graham Greene è uno scrittore mediocre e che veramente grandi sono solo Proust, Joyce e Nabokov. Non c'era aria sufficiente per discutere. Io volevo dire soltanto che se la narrativa inglese è sopravvissuta bene alle avanguardie e alla Teoria, mentre quella francese si è autodistrutta, questo si deve al fatto che per gli inglesi è bene che l'artista resti un artigiano, prima di posare da genio.
Ho l'impressione che oggi i mattoni siano scritti soprattutto da autori infatuati, che cercano di sembrare geni scrivendo il più alto numero di pagine. È un guaio. I mattoni sono tanti, si vede una pila di mattoni, ma la casa dov'è?
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