domenica 25 gennaio 2009
Sette pagine dell'Unità (venerdì 23) per un pesante attacco alla Chiesa, rea di aver richiamato la superiorità della legge di Dio a quella dello Stato e di aver fatto appello all'obiezione di coscienza. Questa «non esiste nell'ordinamento», dice l'intervista della governatora del Piemonte, Mercedes Bresso, che cita la 194, ma dimentica le battaglie della sinistra per l'obiezione al servizio militare. La terminologia è scontata: «Crociata dei vescovi» paragonati agli «ayatollah», «nuovo Medioevo», «eutanasia del diritto», «anatema» e via così. La Repubblica le fa da sponda: «Il cardinale parla come un ayatollah [...] Le sue parole quasi eversive», scrive Corrado Augias, che poi si avventura in sballate analisi sulla legge di Dio e fa la predica al Cardinale Poletto. Non manca, su Repubblica, il commento di Adriano Sofri che, con il suo passato, si permette di parlare di «obiezione senza coscienza», accusa di opportunismo chi la fa, discetta su Cesare e Dio e sui rapporti fra Dio e il Cardinale e accusa i cattolici di «appetito proprietario per il corpo di Eluana». C'è, però, un episodio che, furbescamente, i giornali hanno taciuto. Tutte le agenzie riferiscono che, giovedì 22, a
"24 Mattino" di Radio 24 (l'emittente del Sole 24 Ore) la governatrice (dovrei chiamarla "satrapa", per far pari con l'ayatollah lanciato anche per radio) ha detto: «Se fossi un medico e mi fosse chiesto di applicare il decreto lo farei, ma con la morte nel cuore». È un modo di dire, ma in questo clima in cui si respira morte sui giornali, in tv, alla radio, nelle aule giudiziarie, assomiglia a un agghiacciante lapsus freudiano.

IL PERIZOMA LAICO
Il nuovo libro del «laico combattivo» Michele Ainis (insegna Diritto pubblico a Torino) sulla "Chiesa padrona", di cui La Stampa anticipa un capitolo (lunedì 19) è ricco di lepidezze. Per esempio il falso della definizione di Mussolini «L'uomo della Provvidenza» attribuita a Pio XI dai fascisti prima e da comunisti e laicisti poi: Pio XI disse: «L'uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare», che esprime un concetto assai diverso da ciò che è suggerito. Oppure l'interpretazione di una lettera in cui Pio IX paragonava lo Stato della Chiesa " scrive maliziosamente Ainis " a quella «porzione della veste di Gesù Cristo che rimase intatta sopra il Calvario. Insomma il perizoma che ne copriva le nudità». Quella tunica, invece, era «senza cuciture» e i soldati la sorteggiarono per non spartirsela. Quindi il Papa non può avere scritto «porzione» né Ainis può malignare.
L'AMATEMATICA LAICA
Secondo Carlo Flamini (l'Unità, martedì 20) se la percentuale dei nati con con la legge 40, è pari a 4 su cento tentativi, la sua diminuzione, registrata di recente, del 3 per cento significa un solo nato. Errore. Se " come lui scrive " «è necessario diminuire questa percentuale del tre per cento», vuol dire che si deve calcolare il 3 per cento del 4 per cento. Il risultato è 0,12: vale a dire che i nati su cento saranno 3,88 e non uno. Per fare il suo calcolo, Flamini è ricorso a un anonimo «nipote ordinario di matematica in una università italiana». Avrebbe fatto meglio a rivolgersi a Odifreddi. Se la sua università lo conoscesse, licenzierebbe il nipote.
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