sabato 9 ottobre 2010
La televisione e la stampa ci parlano di possibili elezioni a breve termine. Ma all'uomo della strada cosa arriva di tutto questo? Cosa cambierebbe se i partiti si scambiassero un certo numero di deputati quando non siamo più liberi di programmare rivoluzioni o anche solo radicali cambiamenti di programmi? Ci si dimentica che dipendiamo da leggi europee, da situazioni economiche mondiali e quindi, sulle grandi linee, siamo immessi su di un'unica via. Le nuove elezioni cambierebbero forse dei nomi e non i più noti. Altra cosa erano le vere rivoluzioni, quelle senza l'aiuto delle armi, ma con la forza della convinzione, che avvenivano negli anni del dopoguerra quando si trattava di scegliere tra il comunismo e la democrazia. Nessuno oggi pensa che nel caso di una vittoria delle forze della sinistra di allora, oggi saremmo nella stesa condizione economica della Polonia, dell'Ungheria o della Romania.
Rosaria, una giovane donna nel 1946, mi ha mandato un modesto quaderno dal titolo Diario propaganda Democrazia Cristiana. Tomba di Nerone. Siamo alle prime grandi elezioni che avrebbero deciso del nostro futuro e di quello delle prossime generazioni. Il quaderno descrive con semplicità l'entusiasmo, la fatica e i sacrifici di ogni giorno di questa giovane e, come lei, di tante altre che erano coscienti di lavorare per il bene del proprio Paese.
«5 marzo. Visita di ogni casa, di ogni casale, villa e distribuzione di opuscoli di propaganda, cominciando dal 6° km sulla Cassia Vecchia, sono arrivata al 18° km visitando 20 famiglie.. Sono stanca, sono in giro da stamane alle 8... 11 marzo: visto 40 famiglie. Oggi non ho avuto molta soddisfazione perché molte di esse chiamano la Democrazia Cristiana "partito dei preti"... mi hanno avvertito che sulla 25ma strada sono tutti comunisti, quando avrò un po' di materiale di propaganda con la scusa di insegnargli a votare cercherò di portarli verso di me... 2 giugno via Grotta Rossa. Ho incontrato alcune famiglie comuniste, mi hanno impegnato a rispondere per un paio d'ore. Non mi sono fatta battere, una donna ha molto strillato, un uomo ha promesso di farmi la pelle. Eppure oggi sono molto allegra perché penso che quella gente non ha mai sentito parlare della Democrazia Cristiana e penserà certo a ciò che gli ho spiegato. Non è possibile che per il 2 giugno (giorno delle elezioni) abbiano cambiato idea?». Il diario continua ancora per qualche mese dopo le elezioni e Rosaria si occupa di chi ha bisogno attraverso la campagna dell'aiuto invernale. E nella sua splendida semplicità nota: «Io non so come sono questi signori della Tomba di Nerone così attaccati ai loro denari, ho potuto raccogliere in una settimana, dopo ripetute visite, la misera somma di un migliaio di lire!».
Poi si occupa di un pranzo per i bambini della zona e riceve dal Patronato scolastico, attraverso l'aiuto della Dc un enorme pacco viveri.
Così passano due anni e l'artrite la costringe a letto per due mesi. Poi, quando riesce a ottenere una vera sezione per la sua amata Dc, deve dare le dimissioni. «Non ci sono rose senza spine» è il suo commento e il diario termina qui. Grandi esempi da donne semplici.
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