mercoledì 15 febbraio 2017
Èdi nuovo in libreria La televisione spiegata al popolo, l'antologia di recensioni televisive di Achille Campanile, a cura di Aldo Grasso, con prefazione di Indro Montanelli e una nota di Oreste Del Buono (Bompiani, pagine 488, euro 15,00). È la riproposta, editorialmente un po' frettolosa dell'edizione del 1989. Infatti, i testi di Campanile, probabilmente ristampati anastaticamente, risultano in caratteri più scuri rispetto alle 22 pagine dell'introduzione, che comprendono il Manuale di recensione di Aldo Grasso e la Nota a questa edizione, datata Ottobre 2016 dello stesso autore, che riprende ed energizza una frase del testo precedente. Nel Manuale si leggeva: «Ai tre grandi generi di repertorio da cui Campanile attinge i suoi cliché – la Realtà, il Luogo Comune, il Luogo Romanzesco – dobbiamo aggiungere un quarto: il Luogo Televisivo»; nella Nota più recente lo stesso concetto è così offerto: «Ai tre grandi repertori da cui Campanile attingeva le sue fulminanti battute – la Realtà, il Luogo Comune, la Letteratura – bisogna adesso aggiungerne un quarto: la Televisione».
Anche la prefazione di Montanelli dev'essere stata scannerata, perché vi si trova un buffo «U signore sì che se ne intende!», tipico refuso da scanner che confonde un “Il”, con una “U maiuscola”.
Quisquilie a parte, il libro resta divertentissimo, per la stralunata comicità di Campanile (1899-1977) che Grasso accomuna a quella di Alberto Savinio, mentre Montanelli assennatamente osservava che entrambi (Campanile e Savinio) erano stati tenuti «un po' ai margini (nonostante gli allori, come accadde a Buzzati) delle lettere e del giornalismo».
Campanile si occupò di televisione per il settimanale “L'Europeo” dal 1958 al 1975, esercitando una critica che Umberto Eco definì “inventiva”, perché le singole trasmissioni spesso erano un pretesto per divagazioni e accostamenti d'intelligente surrealtà.
Irresistibile la parafrasi della canzone “Tua” alla quale Jula De Palma diede un'interpretazione giudicata “troppo sexy”, al Festival di Sanremo 1959: Campanile, parafrasando il testo, la collocò in una cornice pudicamente matrimoniale: «Ancora: "per sognare in due". Ci può essere niente di più onesto? Stare a letto sì, ma per sognare, sia pure in due. Non solo si potrebbe trattare sempre di marito e moglie, ma sognare presume il dormire. Dunque, stare a letto in due, ma unicamente per dormire, che è l'uso più casto che si può fare del letto». E concludeva ipotizzando che il “Tu” a cui la sexy-Jula si rivolgeva fosse addirittura la Patria, suggerendo alla cantante «l'accortezza di mettersi in testa un cappello da bersagliere e di paludarsi improvvisamente nel tricolore».
Anche le trasmissioni culturali, come le Conversazioni con i poeti di Geno Pampaloni (1962-63) diventano bersaglio di Campanile: «Strani riti si celebrano a notte fonda sul secondo canale. Allora, quando tutto, intorno, tace e solo da lontani campanili risuonano cupi e lenti i rintocchi della mezzanotte, l'ora degli spettri, l'ora delle streghe, misteriosi fantasmi appaiono sul video. Affondati in basse poltroncine, le mani pendenti dai braccioli, quasi pinne di pinguini, conversano. Spesso si guardano in silenzio l'un l'altro, a lungo. Ogni tanto, formule cabalistiche, abracadabra, parole senza senso, frasi mozze e incomprensibili suoni escono dalle loro labbra. Sono le Conversazioni con i poeti». E a farne le spese, il 3 settembre 1962, ci fu lo stesso Montale.
Campanile elaborò anche un Dizionario periodicamente aggiornato. Ecco alcune voci: «Annunciatrici – Ragazze che hanno l'abilità di farsi fama di serie, col sorridere a tutti»; «Edy Campagnoli – Da qualche tempo non la si sente più tacere»; «Fischi - Da che la Tv, nelle sue trasmissioni in pubblico, ha istituito il sistema degli applausi a comando, i fischi sono riservati unicamente al teatro»: «S - Ultima lettera di Jacopo Ortis».
Insomma, un libro di rara letteratura, anche se parla, appropriatamente, di televisione.
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