giovedì 15 ottobre 2009
Ieri ("Repubblica", p. 32) Corrado Augias presenta una lettera secondo la quale Chiesa e cardinale Bagnasco parlino pure liberamente, ma la Chiesa è per natura «totalizzante», perciò «vieta alle donne, anche atee» la Ru486 e «non può ammettere spazi o persone che non le appartengano», perché la sua «logica aspirazione» è «lo Stato confessionale», e quindi Benedetto XVI nega ogni dialogo interreligioso. Perciò, avendo «giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo», «parlamentari e governanti» sono traditori se «si fanno influenzare» dal cardinale Bagnasco che è libero di parlare " grazie! ndr" ma che tutti i «non traditori» sono obbligati a contraddire. Caspita! E Augias che fa? Pubblica e scrive subito che «il quadro disegnato è impeccabile solo nel senso storico», poi lima qualche sfumatura. Eppure è rara una serie così lucida di non intelligenza della realtà, nella quale dai tempi del Vangelo la Chiesa afferma la distinzione tra lo spazio di Dio e quello di Cesare. E questo vale anche se nel corso dei secoli uomini di Chiesa lo hanno contraddetto, e perciò se ne è chiesto perdono solenne. È anche realtà che oggi la Chiesa non vieta alcunché alle «donne atee», ma propone alla libertà di tutti, uomini e donne, una valutazione morale negativa dell'aborto. E Benedetto XVI afferma il dovere del dialogo con tutti, ma perché sia veramente «interreligioso» " come con altri cristiani ed ebrei " occorrono punti religiosi comuni, mancando i quali il dialogo, sempre doveroso con tutti, religiosi o no che siano, sarà di natura culturale. Dunque tu leggi, e che dici? Messa così, solo buonanotte!
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