giovedì 21 luglio 2011
«La provocazione di una coppia gay. Quando due padri possono bastare» ("Stampa", 18/7, p. 23) Provocazione! Due padri possono bastare? Ironia della sorte, con risposta secca in nove parole seguenti: «Così siamo diventati genitori grazie a un madre "surrogata"». Davvero "genitori"? Si potrebbe dire anche "curatori", o "badanti" di prole altrui, e/o anche altrui. E leggi che le donne implicate sono state due: «la donatrice dell'ovulo» e «la donna che, dietro compenso», ha portato «avanti la gravidanza». Non sarà il caso di riconoscere – senza che si straparli di condanne e di omofobie – che "genitori" ha innanzitutto un altro significato, e che parlare di "matrimonio" – l'articolo lo fa più volte – è forzare i termini usati? Provocazione maldestra! Stesso giorno – gli estremi si toccano! – c'è Magdi Cristiano Allam sul "Giornale" (p. 1) testuale. "Provocazione" perentoria: «Non ci servono giovani immigrati. Facciamo più figli»! Ancora, senso vero solo a metà: facciamo più figli, ma nell'attesa chi chiamiamo ad assistere i nostri vecchi, a coltivare i nostri campi, a mandare avanti le nostre fabbriche, e via "provocando"? Altro genere di "provocazione": Simonetta Fiori ("Repubblica", 18/7, p. 55) chiede a Ugo Gregoretti, notissimo uomo di cinema e tv dei decenni scorsi, se l'attuale tv gli «provoca (sic!) orticaria». La risposta è che un tempo c'era la «qualità», oggi smarrita, e la prova è «Filiberto Guala, Direttore generale» che con «un colpo di genio… fece entrare in Rai i migliori cervelli» del tempo: tra gli altri Eco, Fabiani, Colombo, Portinari... Salto di «qualità»! Malpelo ricorda che Guala, cattolico doc, lasciò la carica per farsi trappista. Cattolico e geniale? Per "Repubblica" una vera provocazione!
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