Provocazioni. Innocente ieri (qui, p. 24) sul libro di padre Natale Basso, comboniano (Emi): «5 miliardi di uomini non conoscono Gesù. Se fossimo una società che produce saremmo in fallimento»! Pare vero: oggi «Gesù meno conosciuto della Coca Cola». Ma non disperiamo: la fede dice da sempre, e con evidenza crescente fino al Vaticano II, che Lui, Gesù, conosce tutti i miliardi di creature per cui è venuto, Dio e Salvatore, crocifisso e risorto. Meno innocente, ma ovviamente libera la provocazione di Giulia Villoresi sul “Venerdì di Repubblica” (p. 94): «Indagine su un Gesù al di sopra di ogni sospetto». Così il “sommario” proprio sbrigativo informa che «Yehoshua ben Yosef... primo di 4 fratelli, celibe, di mestiere falegname, predicò in Galilea duemila anni fa... ». Segue domanda con sorriso amicone: «Chi vi ricorda?» Poi qualche porzione di risposta: «Non era un asceta, né un agitatore politico, ma... ». Ma che? «Ma credeva in una società più giusta». Caspita, che novità! E leggi che questo risulta quando è «indagato esclusivamente come personaggio storico». Ma che il suo «enigma» ha «risucchiato alcuni eruditi... pochi però, almeno in Italia, e quasi sempre teologi», e come tali per principio sospetti. È come chiedere all'acquaiolo se l'acqua è buona. Ma con “eccezione” in positivo, perché segue – l'Editore del libro è “Paideia”, in genere autorevole e biblicamente seria – dato per certo che Lui aveva anche un «numero imprecisato di sorelle», che era «celibe... forse aveva fatto il falegname (e) non si è presentato come il Messia», ma come «profeta carismatico, predicatore e guaritore», ebbe «pochi discepoli», ruppe con i potenti del tempo e fu crocifisso. Con «domanda inevitabile»: come mai «soltanto 50 anni dopo» fu già al centro del culto? «Lo storico non può affermarlo», ma «per il credente Gesù è resuscitato»! Che dire? “Venerdì” digiuno, di certezze.
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