Preti e digitale: una dinamica rovesciata e una lezione di stile
venerdì 5 gennaio 2018
Rimbalzano da qualche giorno tra alcuni dei siti antimoderni (rinvio, per tutti, al blog "Opportune importune" ( tinyurl.com/ydemfmju ) pesanti censure a un sacerdote di Torino, don Chiaffredo (Fredo) Olivero, che presiedendo la Messa della Notte di Natale nella chiesa di San Rocco ha saltato il Credo, motivando la sua scelta con una battuta infelice: «Sapete perché non dico il Credo? Perché non ci credo...». Una storia apparentemente digitale, a partire dalla sua fonte: il video dell'intera Messa pubblicato, come d'abitudine, dal sito della chiesa di San Rocco ( tinyurl.com/y7ek4ycd ), e poi rimosso. Lo stesso video è rimasto però reperibile su alcuni canali YouTube.
Sul suo profilo Facebook don Fredo Olivero non replica in pubblico alle censure. Così le uniche parole che ho potuto leggere a sua diretta discolpa sono quelle, riportate dal blog "Anonimi della Croce" ( tinyurl.com/yb8j4tt3 ), con le quali il titolare del canale YouTube "pasielu" spiega la sua scelta di "tagliare" la parte intorno al Credo dal video originale, da lui stesso inizialmente pubblicato: «Per una frase male espressa, e fraintesa» esso «stava diventando virale e offensivo verso questo sacerdote», che «non lo merita», stanti «il suo passato, il suo impegno nel sociale, il suo aiuto agli emarginati». Un passato, aggiungo, di importanti incarichi istituzionali a livello diocesano, ora ridotti a motivo dell'età: ordinato dal cardinale Pellegrino, è sacerdote da cinquant'anni.
Segnalo questa storia perché, sull'asse preti-Rete, presenta una dinamica rovesciata rispetto a quelle più recenti. Qui infatti siamo di fronte a parole pronunciate da un pulpito reale, cui l'ambiente digitale ha dato una qualche amplificazione, ma non per volontà del protagonista. La segnalo anche perché "pasielu" ci dà, in quella sua spiegazione, una lezione di stile digitale (e anche ecclesiale): «A me non interessa avere migliaia di visualizzazioni se servono per denigrare una persona. (...) Esprimo la mia solidarietà a padre Fredo Olivero».
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