martedì 16 settembre 2008
Sabato, ore 14:43, per il Tg3 il Papa ha messo in guardia i giovani «dagli idoli della modernità». Con questo seguito: «A proposito di idolatria, Benedetto XVI ora passerà a Lourdes, dove la fede è tutto, e la ragione fatica a trovare il suo posto». Sono di fede anche le verifiche iniziate dal 1859, e il "Bureau médical" che Pio X volle nel 1909 e Pio XII riorganizzò nel 1947 con tanti medici, molti anche non credenti e premi Nobel, sui casi ritenuti inspiegabili? Vero: «la ragione fatica a trovare il suo posto» in teste piene di disinformazione e pregiudizio. Altro giro. Augias domenica su "Repubblica" (p. 17: "Se usasse questi toni anche in Italia"): «Che diversità quando il papa parla fuori d'Italia" In Francia non ha mai accennato alla sacralità della famiglia, al divorzio, all'aborto, alle coppie di fatto" Mai ha toccato gli argomenti della vita e della morte" A Parigi si è visto un papa benevolo e dotto, molto più "cristiano" dell'arcigno guardiano della morale che tuona dal balcone di San Pietro». Mentre leggo ascolto il Papa che in Francia, a vescovi e fedeli francesi, sui temi indicati da Augias, dice proprio le cose che dice in Italia. Pregiudizi" a rischio di ridicolo! E i malintesi? Sempre "Repubblica" " "Quei precetti che ci dividono" " ieri Aldo Schiavone, tra pensieri giusti e seri, scrive che da noi «la Chiesa pretende di imporre, su famiglia, vita, morte e ruolo della donna» i suoi principi. Domanda: quando mai le leggi, in Italia, le ha fatte la Chiesa? Perché dare alla Chiesa la colpa della altrui incapacità di convincere gli italiani, elettori ed eletti? Ragioniamoci su.
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