venerdì 31 agosto 2007
«La forza del pregiudizio»: titolo mercoledì sul "Corsera" (p. 34) per Massimo Franco a proposito di "prodiani e Veltroni", ma che oggi va a pennello per certe sortite "laiche". Fuoriserie, al solito, Radio Radicale, in cui 24 ore al giorno il pregiudizio imperversa contro il male assoluto: Chiesa e Vaticano. Lo fanno per sentirsi vivi, in genere non se li fila nessuno, ma talora a far benissimo del loro peggio arrivano anche altri e - su input dello zombi radicale - con "la forza del pregiudizio" contro Vaticano e Cei riscoppia l'eterno piagnisteo sulla faccenda dell'8 per mille, anche se il Vaticano con l'8 per mille non c'entra proprio niente e certi laici fanno ancora confusione. E così ecco che mercoledì su "Repubblica" (p. 5) Laura Troja lamenta che «in cassa finisce anche quasi tutto l'8 per mille». Già: in pratica se il 90% delle scelte è per la Chiesa cattolica, è giusto che alla Cei vada il 90% dell'8 per mille? No! Laura Troja a nome di lorsignori laici scrive che è troppo: siccome la scelta è espressa solo da quasi metà dei contribuenti, vorrebbero che la somma fosse subito più che dimezzata, e poi divisa esattamente nelle percentuali delle scelte effettive. Originale! Anzi, unico! Infatti in ogni elezione valida tutto viene deciso dai voti espressi, anche se non tutti gli aventi diritto hanno votato. È così, o per esempio se per la Camera dei Deputati vota solo il 70% degli elettori, il 30% dei seggi dovrebbe restare vuoto? No! Lorsignori laici non sarebbero d'accordo: in democrazia conta chi si esprime. Giusto! Ma solo se si tratta di Chiesa, allora non vale. È la forza del pregiudizio.
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