mercoledì 28 febbraio 2024
Il viso dell’anziana signora è proteso verso lo schermo della slot. Sono le otto del mattino. Al bar siamo in due, io che bevo un caffè, la signora che gioca. Dignitosa, curata, è completamente assorta. La slot manda continui ding e bzzz, le monete precipitano senza tregua. Sullo schermo si alternano ciliegie e angurie e mele, mai uguali insieme. Ding, ding, bzzz. La signora ha gli occhi spalancati, la bocca contratta nell’ansia. Potrebbe sembrare tesa in una preghiera, una preghiera continuamente ripetuta, per una cosa importante. Ma ha bisogno di soldi davvero, o gioca perché non può smettere? Finalmente, una pioggia di monete dalla macchina. Venti euro, trenta? La signora riprende a scommettere. Desolante nel bar vuoto, nella Milano grigia di gennaio, la solitudine di una settantenne che potrebbe essere nonna, circondata da nipoti. Non si è sposata, o è vedova? Non ha avuto figli? In pochi minuti i venti euro vinti sono finiti. La donna fruga nella borsetta, non c’è più niente. Allora se ne va in fretta. Cinque minuti e per strada la rivedo che torna, di buon passo. Era andata a prendere altri soldi. La immagino, con la sua faccia segnata dagli anni, gli occhi fissi sulle figure che girano, girano. Mi impressiona come sembra che stia pregando. Una preghiera ripetuta, martellante – ma sempre all’indirizzo sbagliato. Ding, bzzz. Le monete sono di nuovo finite. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: