Portò l'amore di Dio a carcerati e criminali
venerdì 23 giugno 2017
Che si può pensare di un prete che - come faceva san Giuseppe Cafasso - passa ore e ore con i carcerati, con i condannati a morte, assieme a criminali di ogni genere? Agli occhi di molti potrebbe sembrare scandaloso, ma in realtà sarebbe solo un modo per portare Dio nel cuore delle ferite della storia. Proprio perché si sentivano amati, molti dei carcerati incontrati da Cafasso vivevano una vera e propria conversione. Questo "prete della forca" era nato a Castelnuovo d'Asti nel 1811 ed era stato ordinato nel 1833. Il teologo e moralista don Luigi Guala lo volle al suo fianco nell'insegnamento della morale a Torino. Un'opera che Cafasso portò avanti per 24 anni formando preti santi, senza mai dimenticare l'impegno a favore degli emarginati e dei bisognosi: lavoratori, carcerati ma anche giovani e famiglie. Morì nel 1860.
Altri santi. Santi Martiri di Nicomedia (303); beata Raffaella Santina Cimatti, religiosa (1861-1945).
Letture. Sacratissimo Cuore di Gesù: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30.
Ambrosiano. Dt 7,6-11; Sal 102; Rm 15,5-9a; Mt 11,25-30.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI