sabato 21 settembre 2019
Deputati, senatori. Quaranta con me, dieci con te. Altri? Quasi fosse un gioco dei dadi e non la vita politica e lentamente apre strada a chi non crede al governo del popolo, ma a quello diretto da qualcuno che si presenterà come l'ordine, la pulizia e un futuro la cui responsabilità cadrà sulle spalle di uno solo e dei suoi pochi amici. Quando l'elettorato viene scomposto in troppe rive allora si moltiplicano anche gli interessi, e va perduta la forza prima delle idee costruttive. Chi vuole dedicarsi al bene comune, perché questo dovrebbe essere il principio di una carriera politica, deve mettere nel suo programma non solo amore e libertà, e fede e giustizia, ma anche una parte di fatica e sofferenza che ogni collaborazione comporta. La politica non dovrebbe presentarsi come una carriera, ma al contrario una offerta personale per il bene di tutti. Un'illusione di altri tempi, direte. Oggi pare si presenti povera di ideali comuni, e con programmi difficili da attuare. In una ristretta collaborazione. E noi che siamo al di fuori di una simile carriera come possiamo collaborare per una pace costruttiva? È un errore considerarsi fuori dalla vita politica, perché anche se pare non abbiamo voce, possiamo sempre far sentire le nostre opinioni nel circolo del nostro lavoro, della nostra famiglia, in quella parte di società dove abbiamo interessi e vita. Non è fare politica andare nelle piazze una volta tanto, ma condurre una vita retta, senza perdere mai la speranza nel bene, senza cedere alle richieste disoneste che purtroppo ci vengono offerte tanto facilmente nel campo del lavoro. E d'altra parte non c'è niente di più grande quanto l'onestà, nel suo campo così variegato, che ci regala la notte un sonno tranquillo, un abbraccio sereno nella famiglia, una stretta di mano di un amico. La politica non deve essere lasciata a un mondo a sé, portando disinteresse nei fatti del giorno o considerando noi stessi al di fuori del campo. Senza immaginarlo noi tutti facciamo ogni giorno politica, esternando le nostre opinioni, portando il nostro lavoro alla comunità, facendo vedere ai nostri figli cosa è la vita. Lavorare per il futuro della propria famiglia e lavorare per il futuro del mondo. Potremmo dire che tutti noi siamo deputati di un'immensa Camera che discute, lotta e grida ognuno nella propria lingua, ma infine lavora per lo scopo comune di una vita più degna, di un cammino dove ogni popolo dovrebbe darsi la mano e dare vita a una carità, un amore, un crescere dell'intelligenza e della volontà per conquistare quel universo che immaginiamo sia composto di luci simili al nostro. Ognuno di noi può lasciare a questo compito una manciata di anni, quasi un pugno di ghiaia gettato in aria che saprà offrire a chi ci seguirà idee e forze nuove per il mondo del futuro.
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