domenica 4 ottobre 2009
Ci sono almeno due aspetti singolari nelle cronache e nei commenti sull'arresto del famoso regista polacco Roman Polanski per corruzione di una minorenne (soltanto 13 anni) risalente a 31 anni fa. In genere i giornali condannano le celebri firme di intellettuali di tutti i generi che chiedono la cancellazione del reato, come se un artista avesse una sorta di licenza di stupro. Inutile dire che, se per caso di tratta di un ecclesiastico, la severità si moltiplica in modo esponenziale e senza la più pallida commiserazione. È giusto. Nessuno, però, ammette che l'odierno pansessualismo proviene soprattutto dal mondo dello spettacolo (tv, cinema, teatro) e dalla letteratura e quindi dai suoi protagonisti, che gli stessi giornali sostengono e difendono. Il secondo aspetto è l'atteggiamento impacciato e con tendenza al compromesso di almeno un paio di quotidiani. Su La Repubblica, per esempio, Natalia Aspesi, esperta di «questioni di cuore», scrive (martedì 29) che, in sostanza, Polanski merita l'arresto, però, ma, insomma, «si trovò nel letto una ragazza eccessivamente minorenne [...] un'adolescente forse non innocente, ma certo poco accorta». E poi lui «è oggi un signore di 76 anni dall'aria fragile e bisognoso di protezione, sposo e padre pare esemplare, certo un'altra persona rispetto al frenetico quarantaquattrenne di tanti anni fa». Con la sua saggezza da cuori infranti, la Natalia conclude con il solito benaltrismo d'occasione. Perché Polanski? C'è ben altro: «Oggi le minorenni trionfano, sono loro l'immagine vincente delle donne, e hanno affollato le passerelle dell'ultima moda: in offerta speciale, disponibili, irresistibili, pericolose». Ma non dicono le femministe che le donne hanno il diritto di mostrarsi come a loro piace e che la colpa è sempre degli uomini? Anche la condirettrice del Manifesto, Mariuccia Ciotta (mercoledì 30), usa molti «ma». Per esempio: «La modella minorenne non era stata sufficientemente protetta da sua madre e da se stessa, entrambe desiderose di sfondare nel mondo dello spettacolo». E poi, scrive ancora, mentre la ragazzina «si felicitò (all'epoca e ora) per la fuga di Polanski», quest'ultimo, poveretto, «ha vissuto» " scrive come la Aspesi " «una libertà precaria [...] in un mondo di "lolitismo" acuto» in cui «i giustizieri chiedono per il "pedofilo" una dura condanna postuma». Postuma? Che «il signore di 76 anni dall'aria fragile» sia già morto?

COMPAGNI
DI CLASSE?
A proposito di «"lolitismo" acuto». Una Lolita di «15 anni, milanese, benestante, ha iniziato a fare sesso a scuola per pochi euro. Ma non è un caso isolato». Panorama (giovedì 1) ci fa la copertina scrivendo «Così mi vendo ai compagni di classe» sulla foto di una ragazzetta che si scopre vistosamente mostrando un panorama osceno e provocante. Che il settimanale sia un compagno di classe?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: