Più nero che bianco Luca Telese a La 7
mercoledì 8 febbraio 2017
«Nero come il crimine, Bianco come la verità»: si annunciava così il nuovo programma del lunedì sera di La 7 condotto da Luca Telese (reduce dal Matrix di Canale 5). Mancava solo “Lungo come la fame”. Iniziato alle 21.15 è finito qualche minuto prima delle una di notte. Per di più, arrivati a stento verso l'auspicata chiusura, abbiamo dovuto subire le perle di saggezza dello scrittore Donato Carrisi il quale sostiene che «Dio ha creato il male perché l'umanità avesse bisogno di Dio». Meglio non commentare e far finta di essere andati a letto prima. Giusto in tempo per aver visto “solo” tre ore e mezzo di “Cronache italiane”, come recita il sottotitolo di Bianco e Nero. Che non era iniziato male. Diciamo che si è sciupato nel crescere. Primo argomento, la tragedia di Vasto con l'omicidio di Italo D'Elisa a opera di Fabio Di Lello, marito della donna morta nell'incidente stradale provocato dallo stesso D'Elisa per non essersi fermato a un semaforo rosso. Un caso di vendetta in piena regola da parte di un uomo che non è riuscito a rielaborare il dolore. Ma anche una storia di ostracismo nei confronti di un altro uomo responsabile dell'omicidio colposo di una trentenne incinta. Tutto intorno il ruolo spesso devastante dei social network. Telese, che conduce con Francesca Lancini, ne parla con gli ospiti fissi: l'avvocato penalista Giulia Bongiorno (ormai ben nota anche al pubblico televisivo), la giornalista Luisella Costamagna e l'investigatore privato Piero Provenzano. I servizi da Vasto sono interessanti per capire come sia maturato il dramma nel dramma tra inadempienze e malvagità. Gli interventi in studio, tra cui quello dell'antropologa Amalia Signorelli, mettono in luce un preoccupante «bisogno sociale di odio». Tema su cui c'è davvero da riflettere. Dopo di che si scivola lentamente sui soliti casi, a partire da Garlasco con l'omicidio di Chiara Poggi, per arrivare alle bravate di Lapo Elkan puntando soprattutto sulle sue storie con transessuali, che diventano l'oggetto pruriginoso del dibattito. Insomma, un programma in chiaro-scuro, Bianco e Nero di nome e di fatto. Un impegno forte per La 7: molti ospiti (ne abbiamo contati una quindicina) e molti sevizi (anche dall'estero). La durata, come si è detto, è impegnativa anche per i telespettatori, che tra l'altro non sono stati molti: appena quattrocentomila.
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