Qui martedì Romanato (p 20: «Quei giudizi pungenti di Pio Paschini») sulle Lettere dello storico, rettore dell'Ateneo Lateranense e direttore dell'Enciclopedia Cattolica (1878-1962), ove trovi lucidità del ricercatore e vivacità del polemista, stimato da alunni e docenti del tempo. Di lui, e del suo coraggio quasi prepotente, racconti dei giorni di guerra. Quando su Roma suonavano le sirene per l'invito ai rifugi la sua reazione imperturbabile continuando la lezione: "Tirate le tende!".
Romanato per Paschini ricorda anche la vicenda Galileo. Ho davanti a me il suo libro "Vita e Opere di Galileo Galilei" (Herder, 1965, II Edizione) introdotto da Michele Maccarrone. In copertina la firma del cardinal Vincenzo Fagiolo (1918-2000) che me lo ha donato, e quel libro ha un segreto, qui ieri accennato da Romanato. Nel 1964 in Concilio si preparava la Gaudium et Spes e, per il testo sulla vicenda Galileo, Paolo VI in persona chiese alla Commissione se non si poteva segnalare "almeno un libro" cattolico che rispettasse persona e genio di Galilei. Imbarazzo...
Maccarrone timidamente ricordò che uno c'era, scritto da Paschini, anni 40, subito bloccato in bozze dalla censura del Sant'Uffizio. Paolo VI lo volle stampato ed edito immediatamente dalla Pontificia Accademia delle Scienze e al n. 36 della GS fece aggiungere in nota citazione del libro, l'anno dopo ristampato dalla Herder ora nelle mie mani. Libero, Paschini, e capace di individuare i rischi del carrierismo clericale attorno a lui nella Curia del tempo e attorno a noi come sempre: sarebbe piaciuto a papa Francesco. Posso ricordare che qui nel corso degli anni ho già rievocato più volte la figura e l'opera di Paschini, uomo schietto, storico consumato, prete, professore, capace di libertà e di verità insieme... Riposi in pace. In compagnia di Galileo Galilei.
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