Come un seme che muore e dona frutti di speranza
giovedì 21 ottobre 2021
Come un seme piantato nell'oscurità della terra, che muore e porta frutto, così è stata la vita del beato Giuseppe Puglisi (per tutti Pino): dal suo assassinio è cresciuto un germoglio che oggi continua a dare frutti di speranza per molti. L'eredità di Puglisi, però, non è contenuta solo nel suo sacrificio finale, perché è un dono cresciuto con umiltà e determinazione lungo tutti i suoi 33 anni di ministero sacerdotale. Un cammino di fatto culminato nei tre anni da parroco a Brancaccio, dove aveva cominciato a offrire orizzonti nuovi ai tanti ragazzi che, senza un padre premuroso come don Puglisi, avrebbero avuto il destino segnato nella manovalanza della malavita. In quel contesto la voce di padre Pino era diventata eco del grido degli onesti, un'onda capace di rompere l'omertà. Per questo fu ucciso con un colpo alla nuca sull'uscio di casa il 15 settembre 1993. Era nato quello stesso giorno di 56 anni prima, nel 1937, ed era diventato prete nel 1960. Dopo aver ricoperto diversi incarichi, arrivo a Brancaccio nel 1990, restituendo al quartiere la vita che proprio lì gli era stata donata.
Altri santi. Sant'Ilarione di Gaza, abate (291-372); sant'Orsola e compagne, martiri (IV sec.).
Letture. Romano. Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53.
Ambrosiano. Ap 1,10;3,1-6; Sal 16 (17); Lc 10,1b-12.
Bizantino. Col 4,2-9; Lc 9,49-56.
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