martedì 4 marzo 2014
Per i medici era un ritardato mentale. Almeno fino all'età di 13 anni. Da ieri Piercarlo Morello è il primo dottore autistico non verbale. Con tanto di laurea specialistica in scienze umane e pedagogiche. Eppure, nato con un deficit cognitivo, era destinato a una vita a metà. Grande festa quindi ieri al Liviano, lo storico palazzo dell'ateneo patavino. "Inclusione e ben-essere sociale: una storia di autismo per capire" il titolo dell'applaudita tesi di laurea. Commossi fino alle lacrime papà Luciano, mamma Marta, la sorella Elisabetta, la dottoressa Vittoria Realdon Cristoferi, correlatrice della tesi, che da anni, con l'associazione Oikia e i suoi tutor, segue lo studente. «È un traguardo importante ma anche una nuova partenza – è stato il primo commento dei genitori – perché su questi temi c'è ancora tanto da fare». Piercarlo ha una certezza, fra le tante. Che «la disuguaglianza è la vera disabilità». «So che cammino solo – ha ammesso alla vigilia della laurea –. Ho contro un male che rende la vita muta, solitaria, vacua e bisognosa di altri, ma nella mia cesta di parole taciute trovo anche soli e lune, oceani calmi e colori di luce». E rassicura: «Le persone capiscono se viene data loro l'opportunità di capire». Il giovane per esprimersi adopera il sistema di scrittura facilitata (Woce, ndr). «Fino alle medie ricordo di aver solo colorato in silenzio tanti pallini e quadretti nei corridoi della scuola» ha scritto al computer toccando il dorso di un assistente alla comunicazione. Ora la scommessa è vinta.
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