mercoledì 16 novembre 2011
Ieri grande giornale laico (pp. 1 e 21: «Il Papa missionario nella terra del voodoo») ampio articolo sul Papa che va in Benin, ben pensato e ben scritto, ma troppo concentrato proprio sul "voodoo", religione tribale del Paese. Leggi infatti che «dal 1996 lo spiritismo è la religione ufficiale del Paese». E invece la Costituzione del Benin (art. 2) afferma: "La Repubblica è democratica e laica". Piccolo peccato: lasciamo in pace il peccatore! Sempre su "Repubblica" (pp. 40-41) Franco Marcoaldi dialoga con Gabriella Caramore, collega esperta di religioni e autrice di una nota trasmissione su Radio3 Rai, "Uomini e profeti". Titolo del dialogo: «Perché ai credenti servono più gli esempi che i dogmi». Viva gli esempi, dunque? Certo, ma perché la contrapposizione ai «dogmi»? È giusta solo se si ha di «dogma» una concezione – purtroppo invalsa tra i colti dai tempi di Kant e trasmessa facilmente anche agli incolti – che ne fa un feticcio astratto e immotivato, ferreo e tale da schiacciare insieme libertà e verità, ragione e dignità dei "credenti". A parte il fatto – sempre trascurato – che nella fede cristiana e cattolica i dogmi sono davvero pochi, va detto che il «dogma» cattolico non è questo. Del resto anche il protestantesimo, anche l'ebraismo, anche altre dottrine, e non solo religiose, hanno propriamente i loro «dogmi», verità affermate negando le quali verrebbe meno tutto il complesso. Esempi? È "dogma" protestante che il Papa "non" è infallibile, neppure in materia di fede rivelata; è "dogma" ebraico che Gesù di Nazaret "non" è il Messia. E allora? Allora vale la pena di pensarci su meglio, senza slogan facili: fanno colpo, ma portano fuori strada…
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