domenica 23 maggio 2010
"L'Espresso" in edicola ieri(27/5): dopo l'abbondante pubblicità il primo incontro è una vignetta di Altan, sempre intelligente anche quando discutibile. Esortazione di un bianco a un nero: «Diventa cittadino italiano!» Risposta: «Proposta indecente!» Arriva il primo articolo: "Poche parole senza pensiero". È l'amara riflessione di Giorgio Bocca sull'attuale modernità monotona, «senza riflessione, senza spirito poetico e profetico, senza favole e senza sogni». Scorro tutto il fascicolo, pubblicità, cronache, gossip, solite frecciate antichiesa " «Quante volte, figliolo?» " e in ultima pagina Eugenio Scalfari, pensoso nel suo "Il vetro soffiato" con titolo "La memoria e l'effimero", sul recentissimo Salone del Libro a Torino. In sintesi l'Eugenio è contento della manifestazione, ma anche lui malinconico: «La partecipazione di gente di ogni età suscita qualche speranza, ma non è purtroppo rappresentativa di un paese, di una patria, di una nazione». Insomma, direbbe Virgilio: sunt lacrimae rerum, da Altan che disegna, a Bocca che inizia, a Scalfari che conclude. Pessimismo e malinconia a carrettate con unico lampo di soddisfazione complice, del terzo, per l'applauso a «Zagrebelski che difendeva la laicità dello Stato e la libertà di informazione». Che dire? Le cattedre de "L'Espresso" sono stagionate parecchio, e anche molto sconsolate. Malpelo è solidale " e un po' stagionato anche lui " ma nota che forse, e con tutto il rispetto, in questa Italia, magari proprio a Torino, anche di recente, qualche altra manifestazione dava, evidentemente a chi liberamente voleva riflettere su essa, non pochi indizi di buona speranza.
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