giovedì 30 giugno 2016
«Un'alternativa, per essere tale, deve essere credibile e oggi l'elettrico non lo è...». Lo ha detto pochi giorni fa Alfredo Altavilla, nel suo intervento all'assemblea dell'Unione Petrolifera, aggiungendo - per chi ancora avesse dubbi o speranze a riguardo - che «l'uso dei carburanti fossili durerà almeno per il prossimo decennio». Nulla di nuovo, si direbbe. Che l'auto a batteria sia una realtà ancora molto lontana dal nostro presente, almeno per quanto riguarda l'Italia e la mobilità di massa, è un fatto innegabile. Il problema è che Alfredo Altavilla di mestiere fa il Ceo per la zona Emea di Fca, ed è il potentissimo e ascoltatissimo braccio destro di Sergio Marchionne. Lo stesso Marchionne che tre giorni prima aveva invece annunciato la svolta del Gruppo Fiat Chrysler, prefigurando la produzione di una city car e di una Maserati elettriche. Due sole vetture certo, ma per le abitudini del Gruppo ispirate sempre alla massima prudenza, è quasi una rivoluzione.Le posizioni all'interno di Fca in realtà sono molto meno contraddittorie di come certe dichiarazioni potrebbero far credere. Il marchio del Lingotto, che ha solo recentemente aperto all'ibrido (con judicio, s'intende), all'elettrico non crede e non ha mai creduto. Mentre la maggior parte dei costruttori ha imboccato da tempo questa strada, Fca l'ha sempre solo guardata con sopportante disgusto. Al punto che Marchionne stesso spiegò come ogni 500 elettrica immatricolata negli Usa (un obbligo da parte di alcuni Stati federali, pena lo stop alle vendite dei prodotti del Gruppo) comportava alcune migliaia di dollari di perdite per ogni veicolo. La recente (mini) conversione all'auto con la spina invece è arrivata all'indomani dell'annuncio del Gruppo Volkswagen di un mega piano di investimenti su questo tipo di alimentazione, che porterà il colosso di Wolfsburg ad avere in gamma una trentina di modelli elettrici entro il 2025. La mossa di Fca sembra dunque solo di facciata, o comunque un timido passo verso una realtà alla quale tutti gli altri mostrano di credere. Più tatticamente invece potrebbe essere un segnale al nostro governo affinchè dia finalmente il via, come si mormora da tempo, a un serio piano di sostegno legato ai motori elettrici. In assenza di un intervento strutturale infatti, diventa difficile smentire Altavilla che - sempre in quell'intervento - ha messo in evidenza i vantaggi dell'alimentazione a gas, della quale non casualmente Fca è leader nelle vendite, sottolineando invece come la resa di un motore elettrico «sia scarsa», i punti di ricarica «pochissimi». E che soprattutto ad oggi «un'auto alimentata con elettricità prodotta da una centrale a carbone inquina più di un diesel di ultima generazione».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI