venerdì 18 aprile 2003
Eccezione: "Lupus" fuori riga. Finisce la Quaresima, arriva la Pasqua. Quella è cominciata con le ceneri sulle nostre teste, ed è finita, ieri sera, con la Lavanda dei piedi. Si completerà tutto domenica, con la tomba vuota che resta testimone perenne e con il Risorto che si fa toccare, chiama a nuova sequela, promette un "avvocato", un "consolatore", Uno che "sarà sempre con noi", saluta e se ne va, lasciando a noi - discepoli, "Uomini di Galilea" - il compito di non fermarci "a guardare il Cielo", ma di preparare il suo ritorno, trasformando la terra e la nostra umanità e annunciando con la vita intera la Buona Notizia fino alla fine dei tempi" Inizio, dunque: la nostra testa coperta di cenere, da convertire, da trasformare fino a renderla capace di "amare fino alla fine" (Le Ceneri). Ultimo passaggio: i piedi del prossimo, di ogni prossimo, da lavare, da asciugare, da baciare, da servire, come segno di un amore che continua in noi, indegnamente "altri Cristi" nel suo corpo vivo che è la Chiesa (Giovedì Santo). Atto finale: il Corpo glorificato di Gesù segno e caparra della glorificazione di tutti i corpi redenti, di tutti gli uomini che si lasciano salvare, fino alla resurrezione della carne nella vita eterna (La Pasqua). Testa, piedi, corpo intero" Ma come mai è stato ed è possibile pensare che la fede cristiana "alieni" l'uomo, non riconosca il valore di questo mondo, di questa vita, disprezzi il corpo? Se la colpa è di qualcuno, certamente non è di Cristo e dei suoi Santi. Forse è colpa nostra. Tempo di conversione. In pagina e ben oltre ogni pagina.
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