martedì 17 gennaio 2017
Lupus personalissimo su paradossi opposti. 1) Leggo pagine ove eminenti ecclesiastici “correggono” il Papa nel fiero nome della loro libertà di coscienza: «Nessuno mai mi potrà chiedere di tradire la mia coscienza!», «Neanche il Papa è infallibile e criticarlo non è peccato» (“Foglio”, “La Verità”, e altri)! In dottrina giusto, con l'eccezione dell'ex cathedra che qui non c'entra. Basti ricordare Scrittura, grande teologia e Vaticano II (Paolo, Tommaso, Newman e Dignitatis Humanae). Il paradosso è nel fatto che quanti, qui e ora, rivendicano contro il Papa la propria libertà di coscienza, spesso e da sempre han pensato e scritto come se ogni parola di un Papa non ammettesse possibilità di dissenso, pur rispettoso e aperto al dialogo. Dopo la Humanae vitae (1968), che nella sua conclusione specifica incontrò anche la critica di ben 49 Conferenze episcopali, furono fierissimi avversari di chiunque mettesse in discussione quella conclusione che pure lo stesso papa Paolo VI esplicitamente aveva voluto non coperta dal carattere della infallibilità. Ci furono drastiche punizioni ed emarginazioni messe in opera anche dagli stessi che oggi vorrebbero “correggere” il Papa. Vale la pena di pensarci su. 2) Altro paradosso, laico: “Espresso” in edicola, copertina rossa e grande strillo (riecheggiato ieri su “Repubblica”) per lanciare un libro ancora da leggere: «Così il Vaticano protegge i preti pedofili». «Il Vaticano»? Eppure tutti hanno registrato condanne e severità – in particolare con papa Benedetto e, poi, negli anni di papa Francesco – verso i responsabili di casi riconosciuti a ogni livello e scelta evangelica senza ombre “dalla parte delle vittime”. Ma in quelle pagine-assaggio si gioca con cose citate a metà e strillate tutte intere, sino alla distorsione. Che direbbero, stesse pagine e stessi ambienti, se in tema di corruzione dilagante – che è un fatto – una fonte vaticana titolasse all'impronta e seccamente «Lo Stato italiano protegge i corrotti»? Pensarci su può essere utile a tutti, eminenti o meno che siano.
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