martedì 17 aprile 2012
Alcuni giorni fa sono stato invitato a parlare di libri e di lettura ad alcune decine di maestre e di maestri. Quando mi sono trovato davanti donne e uomini per lo più anziani, sono rimasto silenzioso. Anziché vedere in loro solo gli insegnanti dei loro alunni, li ho immaginati come dovevano essere da bambini. E così, invece di imbastire il corso per il quale mi avevano chiamato, ho cominciato a raccontare storie. E sono andato avanti a raccontare per tutta l'ora, senza mai essere interrotto. Sapevo bene quello che stavo facendo mentre osservavo gli sguardi attenti con i quali mi ascoltavano. Anche i grandi hanno bisogno di storie per ripensare la quotidianità della loro vita indaffarata. Anch'essi hanno bisogno delle pause che si sforzano, spesso invano, di regalare ai loro figli. Perciò a volte penso che i bambini potrebbero scambiarsi i ruoli con i loro genitori. Potrebbero chiedere loro di sedersi intorno a un tavolo o su un divano e ascoltare i figli che leggono una storia. I bambini dovrebbero scegliere delle letture che amano, per conferire più passione ed efficacia alla loro voce. E, mentre leggono, devono sforzarsi di guardare negli occhi quegli adulti tornati per un po' alle soglie di un'infanzia che hanno dimenticato. Per un lungo tempo, genitori e figli fanno insieme un cammino prezioso. Cosa c'è di più bello e di più dolce, infatti, che vedere un bambino crescere, mettere i denti, pronunciare le sue prime parole, gattonare, alzarsi a fatica sulle gambe, inciampare e rimettersi in piedi, ridere, piangere, restare assorto per un pensiero che non sa dire, esitare per un'emozione che non riesce ad esprimere se non con un gesto, un'occhiata, una smorfia? Sono momenti che non ritorneranno più. E non basterà una foto a riportarli alla memoria. C'è una memoria che si incide solo nel cuore e non sulla carta, perché è fatta di gesti inavvertiti, di carezze fuggevoli, di sguardi che si incrociano per un attimo e che raccontano una vita. Forse solo quando si legge una storia certi ricordi riaffiorano in tutta la loro forza e ci restituiscono quello che credevamo di aver perduto per sempre. Una storia letta da un grande a un piccolo, ma anche da un bambino a un adulto, perché i veri doni non sono mai a senso unico.
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