martedì 2 agosto 2011
Religione in pagina, tra troppo e niente. Ieri p. es. ("Giornale", p. 1) troppo nello sfogo di Magdi Allam che racconta il suo "Calvario" di perseguitato e a un certo punto fa sua la «distinzione tra errore ed errante» – celebre formula nella "Pacem in Terris" del mite e rasserenante Papa Giovanni (1963) – per avvertire urbi et orbi: «…al pari di Gesù e di Gandhi, che dissero di amare il peccatore, ma di odiare il peccato, io rivendico il diritto di affermare pubblicamente e legittimamente sia il mio amore per gli immigrati e per i musulmani come persone sia la mia condanna del multiculturalismo come ideologia e dell'islam come religione». «Io… al pari di Gesù e di Gandhi»! Forse quell'«al pari» è un po' troppo. Poco, pochissimo invece, anzi niente in pagina nostrana su altre vicende che pure hanno a che vedere con la religione… Quali? Quella di Zapatero. Sui giornali che poco tempo fa esaltavano il nuovo Prometeo che sfidava gli dei e finalmente liberava la Spagna dal peso del cattolicesimo integralista della Chiesa in quanto tale, appoggiata dal solito Vaticano reazionario e oscurantista, e presentavano l'ideale "laico", "razionale" e "liberatore" del nuovo leader trionfale come modello anche e soprattutto per noi ancora oppressi da questa religione, nessun cenno al fatto che forse (almeno forse: dubbio laico) anche la sua opposizione frontale a tutto ciò che dice la Chiesa ha contribuito al logorio e alla fine del suo mito. Non basta! Altra assenza: grandi discorsi sulla "lezione" di Berlinguer da recuperare, ma nessun accenno al fatto che con la sua "Lettera a Bettazzi" capì in positivo l'importanza del fatto religioso e che la sua gente – tantissima allora – ne fu felice e lo testimoniò anche nelle scelte elettorali. Ove troppo, ove niente: tutto malamente!
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