venerdì 18 novembre 2011
"L'Espresso" in edicola (17/11) tra Alleluja e De Profundis. In copertina un "The end" trionfale con poltrona presidenziale vuota, ma dentro tutta una lamentazione tristissima. Apre infatti Bocca (p. 19: «La guerra finta dei black bloc») sempre malinconicamente catastrofista, chiude Umberto Eco (p. 218) su Halloween, valorizzando però alcuni pensieri letti su "Avvenire" – grazie, ma è curioso che si tratti di un articolo pubblicato il 23 ottobre... 2008! – ma nella sostanza resta fissa l'atmosfera fosca, che anzi è consacrata al centro del fascicolo da ben 7 pagine (86-92) con «La versione di Altan»: dieci sue vignette piene di ironia molto malinconica, con aggiunto commento di Marco Belpoliti. Due vignette toccano – non poteva mancare! – la religione. A p. 90 un pizzico di ironia sul «terzo sondaggio di Fatima», tutto sommato scialbo, mentre a p. 88 il pessimismo di fondo era giunto fino al cielo, e persino Dio creatore si esprimeva così: «Mi domando cosa mi è venuto in mente di inventare la religione». Poteva bastare, ma il commento ha voluto strafare. Con due perle: una è strabica, scrivendo che «il Dio dubbioso di Altan poggia la mano destra sulla guancia sinistra», mentre nel disegno la mano poggiata è la sinistra. Poteva bastare, ma arriva il commento dotto che ricorda il grande Bonhoeffer e il suo rifiuto del «Dio tappabuchi» delle religioni inventate dagli uomini. In realtà – almeno dai tempi di Galilei – dovrebbe esser chiaro che nella fede ebraico-cristiana Dio non è «tappabuchi», e infatti non esime da insufficienze di conoscenza e di potere sulla natura, non risolve problemi di scienza o tecnica, ma offre il senso ultimo a tutto il creato. E allora? Allora anche il commento fa piangere…
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