martedì 19 aprile 2016
Curare l'orto fa bene alla salute, soprattutto delle fasce più deboli. E il progetto di terapia orticulturale proposto da Orti aperti a Torino come un metodo efficace per il supporto di persone e bambini disabili, sarà uno degli appuntamenti più attesi del 53° Congresso mondiale Ifla – International federation of landscape architects, che si terrà a Torino da domani al 22 aprile, organizzato da Aiapp – Associazione italiana di architettura del paesaggio. Tema scelto per il congresso Tasting the landscape inteso come assaporare, gustare, provare per rimettere il paesaggio, la sua tutela e la sua trasformazione, al centro del dibattito. Il progetto Orti Apertinasce nel 2013 dall'esperienza dell'orto collettivo Massari, situato in un'area residuale di circa 2.000 metri quadrati nella periferia nord di Torino. Le organizzazioni non profit Casematte, Ciclobus e Cooperativa Mondoerre con il supporto del centro di neuropsichiatria infantile di Torino hanno sperimentato un approccio alla disabilità adottando l'orticoltura come una terapia complementare ai trattamenti medici tradizionali. Tutto era iniziato coinvolgendo anziani e migranti provenienti dal Nord Africa, per passare poi alla collaborazione con l'Asl.TO2 per la cura delle persone adulte in psichiatria sino ad arrivare ai bambini. La terapia offre un'esperienza di interazione in un contesto senza pregiudizi che esalta le capacità individuali comunicative tramite il "senso di comunità". Porta soggetti isolati a trovare una forma di sostegno sociale reciproco, contrastando la sfiducia e l'isolamento. Un'esperienza che ora sarà di esempio per il mondo.
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