sabato 23 settembre 2023
Muore Gianni Vattimo e c’è chi gli dedica più pagine, chi lo relega in un piede e chi tace. Il 21/9 il “Corriere” fa scendere in campo Aldo Cazzullo; “Repubblica” e “Stampa” Massimo Cacciari e Furio Colombo; insomma, colleghi filosofi e amici d’infanzia. Il “Giornale” decide di intervistare il compagno di Vattimo. Il “manifesto” affida una pagina intera a Stefano Petrucciani («Un pensiero “esposto” e arrischiato, come lo era la personalità di Gianni Vattimo») e “Domani” raddoppia con due filosofi, il 21/9 Stefano Velotti («Oltre il pensiero debole Vattimo era imprescindibile») e il 22/9 Davide Assael («Se ne va un altro monumento della filosofia»). Nessun accento agiografico, tutti gli articoli sono sfumati, spesso critici, ma tutti riconoscono la grandezza del personaggio. A destra potrebbe sorprendere la “Verità”, che ha abituato i suoi lettori agli accenti accesi e alle stroncature. Vattimo non era certo sulla sua lunghezza d’onda ma il servizio di Adriano Scianca (titolo: «Pensiero debole e parole forti. Addio al filosofo Gianni Vattimo») gli rende onore. Finale (con frecciatina): «Resta la nostalgia per un’epoca in cui a rappresentare la filosofia italiana a Parigi ci andava Gianni Vattimo anziché Michela Marzano». Scuola ed educazione. Il “6 in condotta” suscita la reazione critica di Vanessa Roghi sulla “Repubblica” (21/9, titolo: «La scuola non è una trincea»). L’autorevolezza degli insegnanti, per lei, «subirà il definitivo colpo di grazia». Peraltro «queste idee non sono nuove, vengono da lontano, specchio di un “pensiero pedagogico” che vede premio e punizione come i due momenti centrali del processo formativo». Non sarà una trincea, la scuola; ma intanto ha i suoi feriti. Gennaro Scala sul “Corriere” (21/9) racconta del quindicenne accoltellato a Ponticelli (Napoli) che si rifiuta di fare il nome del suo aggressore, che comunque confessa. I professori se ne sono accorti perché sgocciolava sangue. Non sarà una trincea, ma che dire di quanto accaduto alle porte di Parigi, raccontato da Stefano Montefiori sul “Corriere” (22/9)? Titolo: «Poliziotti a scuola per il bullo. L’arresto-choc divide la Francia». Il quattordicenne «interrogato in custodia cautelare si è detto pentito». Il portavoce del governo Véran ha parlato di «elettrochoc contro il bullismo». © riproduzione riservata
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