Onofri ci dice che cos'è un critico: è un «eroe», come Socrate, Ulisse, Enea
sabato 1 dicembre 2007
Che cos'è un critico? Secondo Massimo Onofri, nel suo saggio La ragione in contumacia (appena uscito da Donzelli), il critico è o dovrebbe essere come Socrate, Ulisse, Enea.
Come Socrate: che non possiede nessun sapere preliminare, ma lo fa nascere dal dialogo con qualcuno che sa o crede di sapere. È un filosofo che frequenta l'agorà, i luoghi pubblici, che parla più per fare domande che per dare risposte, che non fa discorsi lunghi e autosufficienti come i Sofisti. Sa ascoltare. Analizza le parole dell'altro. Ha affrontato la morte per difendere la funzione della critica senza disporre di una carica pubblica e fuori dalle istituzioni.
Il critico è come Ulisse: è un re guerriero che torna in patria, ma il suo viaggio è lungo e difficile. Le avventure, le disavventure e la varietà del mondo lo attraggono. Vive molte esperienze, entra in mondi sconosciuti. Torna a casa, dove trova una banda di pretendenti e di usurpatori. Compare come un mendicante sconosciuto e disprezzato. Ma poi si rivela, impugna l'arco che i suoi nemici non riescono a maneggiare e si vendica dei loro abusi.
Il critico è come Enea, il devoto Enea in fuga dalla sua città invasa e in fiamme. Porta sulle spalle il padre Anchise (il passato) e per mano il figlio Ascanio (il futuro). Si impegna per la continuità, è il mediatore di una tradizione. Enea è un eroe in fuga, un sopravvissuto alla sconfitta, un profugo che cerca rifugio lontano dalla patria distrutta per cominciare una nuova vita.
Difficile definire concettualmente la critica. Onofri la rappresenta evocando tre eroi leggendari. Come ogni attività, la critica ha bisogno di miti fondanti, di stelle fisse, di archetipi che non smettono di significare. Se vi sembra troppo, pensate a quanto eroico è scrivere recensioni. Bisogna leggere un libro da cima a fondo. Capirlo e far capire di cosa parla, come e perché è stato scritto. Trovare qualche citazione esemplare. Esprimere un giudizio che sia personale e insieme obiettivamente motivato. Vi sembra poco? Lo si fa?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: