Oms-Google un accordo per quale bene? paolo benanti
giovedì 8 giugno 2023
All’inizio del 2018 Google, il motore di ricerca statunitense che gestisce più del 90% delle ricerche online globali, ha iniziato con la World Health Organization (Who, l’acronimo italiano è Oms, Organizzazione mondiale della sanità) un accordo pluriennale che si concentra sulla fornitura di informazioni sanitarie affidabili per migliorare la salute di miliardi di persone in tutto il mondo. La pandemia di Covid-19 ha reso ancora più evidente la necessità di aiutare le persone ad avere informazioni affidabili e sicure per cercare di tutelare le loro scelte sanitarie: l’obiettivo principale è fornire informazioni attendibili e tempestive per aiutare le persone a prendere decisioni informate riguardo alla loro salute e a rispondere a problemi di salute pubblica emergenti e futuri. La settimana scorsa, nell’ambito di questa partnership, Google ha assegnato all’Oms oltre 50 milioni di dollari per il 2023. L’accordo di collaborazione pluriennale tra Google e Oms si concentra su diversi obiettivi chiave. In primo luogo, la volontà di fornire informazioni affidabili: ogni giorno le persone cercano su Google informazioni attendibili su vari temi legati alla salute. La collaborazione mira a garantire che queste informazioni siano accurate e utili per gli utenti. Inoltre, un accordo strategico globale può aiutare a rispondere a problemi di salute pubblica emergenti e futuri: la collaborazione tra Google e Oms si propone di fornire informazioni aggiornate e pertinenti per aiutare le persone a rispondere a nuovi problemi di salute pubblica che potrebbero sorgere in futuro. Infine, si tratta di voler combattere la disinformazione: la collaborazione tra Google e Oms deve tradursi in un impegno per combattere la disinformazione medica e promuovere contenuti affidabili e verificati sulla salute. L’iniziativa è interessante per molte ragioni. La prima è quella tendenza tutta contemporanea a far assurgere internet e il web a fonte di autorità indiscussa. Il Covid-19 ci ha mostrato con evidenza come le persone in diversi casi abbiano dato più credito a fonti trovate sul web che non alle informazioni fornite dal personale medico. La seconda è per le possibilità che si offrono all’Oms: con i canali di Google potrebbe diventare la fonte principale di informazioni sanitarie e anche uno strumento di formazione per la tutela della salute pubblica. Ci chiediamo però se il controllo dell’informazione da solo basti o se non dovremmo insistere anche sulla formazione delle coscienze per permettere alle persone di cercare il loro bene e operare per la salute pubblica. Anche la formazione della parte umana, nella relazione uomo-macchina, è parte dell’algoretica. © riproduzione riservata
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