venerdì 16 ottobre 2009
Ricevo via e-mail da un senatore cattolico che stimo, questo testo chiarissimo: «Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni». È il n. 10 della «Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali» firmata nel 1986 dall'allora responsabile della Congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI. Chiaro e forte, con quella conclusione " «anche nelle legislazioni» " che fa capire che anche le leggi civili debbono rispettare e difendere le persone omosessuali. Malpelo ringrazia per l'invio ma si chiede una sola cosa: se dunque oggi autorità di Chiesa cattolica, e persone che si rifanno alla sua dottrina, avanzano riserve e obiezioni al testo detto «contro l'omofobia» proposto alla Camera, vuol dire che nella sua formulazione c'è anche altro, che fa sì che politici «cattolici» alla pari di quel senatore, e anche "Osservatore", "Avvenire" e autorevoli uomini di Chiesa e di teologia, abbiano disapprovato quel testo? Risposta: sì, come è stata spiegato più volte all'Onu, al Parlamento Europeo e anche in questi giorni. Dunque chi oggi strilla per quel «no», e invece di dialogare sa proporre solo espulsioni, mette la testa sotto la sabbia: suicidio o furbizia malevola? Comunque un guaio"
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