sabato 1 febbraio 2014
Ci sono bambini non registrati all'anagrafe e dunque invisibili: probabile che non siederanno mai dietro a un banco di scuola. Ci sono bambini che la malnutrizione o una banale malattia portano via prima che arrivino all'età della scuola. Sono tanti: 230 milioni gli "invisibili" – 1 su 3 nel mondo – e 6,6 milioni coloro che muoiono ogni anno, la maggior parte per "cause prevedibili". Dati che fanno venire i brividi, ma che guardati in prospettiva offrono anche qualche (piccolo) motivo di speranza. Perché la mortalità infantile nel mondo sta calando e dal 1990 la vita di 90 milioni di piccoli è stata salvata grazie ai progressi nel campo delle vaccinazioni, della medicina, dell'accesso all'acqua e ai servizi igienici.Anche l'Italia ha fatto la sua parte: secondo il Rapporto dell'Unicef diffuso ieri, il nostro Paese è tra quelli con le percentuali di mortalità infantile più basse del mondo. Oggi muoiono 4 bambini sotto i 5 anni di età ogni mille (nel 1990 erano 10, più del doppio), e il valore è di 3 morti ogni mille per i bimbi al di sotto di un anno (erano 8). Numeri che perdono la loro aridità se dietro a essi si immaginano volti infantili. L'Italia, grazie a questi risultati, si colloca al 174esimo posto nel mondo, insieme ad altri 14 Paesi industrializzati, nella classifica alla rovescia in cui al primo posto c'è la Sierra Leone, con 182 piccini morti prima di arrivare ai 5 anni di età. «Ogni bambino conta», titola l'Unicef nel suo report: e si spera che sia un auspicio dovunque sulla Terra.
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